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Juventus, il metodo-Allegri vale solo per l’Italia

«Allegri è uno un po' allergico allo spettacolo ma, in condizioni normali, i risultati li garantisce sempre»
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Juventus, il metodo-Allegri vale solo per l’Italia
«Allegri è uno un po' allergico allo spettacolo ma, in condizioni normali, i risultati li garantisce sempre»
Arno Rossini: «Per l’Europa la Juve dovrebbe voltare pagina. Cambiare però è difficile quando la tua storia ti porta in tutt'altra direzione».
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TORINO - Senza gioco, per nulla moderno, pure raccomandato: in estate erano molti i tifosi della Juventus scontenti della conferma di mister Allegri. Ora che il caldo è un lontano ricordo, la grande maggioranza ha però cambiato idea. Merito dei sor...

TORINO - Senza gioco, per nulla moderno, pure raccomandato: in estate erano molti i tifosi della Juventus scontenti della conferma di mister Allegri. Ora che il caldo è un lontano ricordo, la grande maggioranza ha però cambiato idea. Merito dei sorprendenti risultati dei bianconeri, secondi in campionato dietro la fortissima Inter. I numeri premiano l'operato della Vecchia Signora che, tuttavia, come spesso le è capitato nella sua lunghissima storia, non riesce proprio a entusiasmare.

«A Torino sono stati bravi, lo si deve ammettere - è intervenuto Arno Rossini - Hanno deciso dopo una stagione travagliata di puntare sulla continuità, di cercare stabilità. Per questo hanno scelto di proseguire con il loro allenatore, uno un po' allergico allo spettacolo ma che in condizioni normali i risultati li garantisce sempre».

Lo scorso anno è stato quello dei processi e delle penalizzazioni…
«Esatto. Per questo, con l'obiettivo rientrare nella top-4 del campionato, in zona Champions insomma, in bianconero hanno evitato ogni tipo di stravolgimento e hanno optato per l’usato sicuro. Anche se questo significava rinunciare a proporre un gioco scintillante. I dirigenti, Giuntoli e Manna soprattutto, non si sono comunque inventati nulla: hanno assecondato quello che è lo stile della società. Quasi sempre, infatti, a Torino hanno badato al sodo, al risultato prima che a ogni altra cosa. Hanno pensato a essere essenziali. E questa essenzialità adesso sta dando i frutti sperati».

Per far ripartire la Juve bastava dunque un allenatore integralista?
«Lo spirito di sacrificio e la grande volontà sono il marchio di fabbrica di questa squadra. Queste, unite alla qualità della rosa - comunque una delle migliori del campionato - hanno garantito i buoni risultati. Ma attenzione, questo vale per l’Italia: l’Europa è tutta un’altra storia. In Champions League, quando ci torneranno il prossimo anno, i bianconeri faranno grande fatica. Per vincere delle partite in quella coppa si devono infatti avere grandi campioni o grande gioco. O entrambi, ovviamente. E con le big del continente che hanno possibilità economiche infinite, le inglesi prima di tutto, i campionissimi non scelgono certo Torino. Rimane dunque il gioco, ma come detto quella strada la Juventus ha deciso di non percorrerla. Per come la vedo io, per pensare di poter essere protagonista del più prestigioso torneo europeo, alla Continassa dovrebbero voltare pagina, osare. Cambiare però è difficile quando la tua storia ti porta in tutt'altra direzione…».

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