Arno Rossini: «I nerazzurri possono fare il triplete, ma possono anche non vincere nulla»
«Real Madrid già eliminato? Ancelotti non muore mai: ha sette vite, come i gatti».
MILANO - Una prestazione gigantesca ha permesso all’Inter di spaventare il Bayern Monaco in casa sua. L’ha resa più grande di quanto già non abbia fin qui detto la stagione. Ha fatto cominciare a parlare i tifosi (quelli delle altre squadre soprattutto, mentre quelli nerazzurri hanno iniziato a fare gli scongiuri) di annata perfetta. Di triplete. Questa Beneamata sembra infatti avere lo spessore umano, oltre che le qualità tecnico-tattiche, per arrivare fino in fondo a tutte le competizioni. Per ripetere la storica impresa del 2010.
«Eh, attenzione, andiamoci piano - è intervenuto Arno Rossini - Non me ne vogliano i tifosi dell’Inter, ma la strada è ancora lunga».
Niente sogni?
«Non ho detto questo. L’Inter è davvero forte, ha qualità indiscutibili, una rosa profonda, è esperta e ha un allenatore molto bravo, capace di leggere bene la partita e indirizzarla con cambi e indicazioni».
Ma?
«Ma il livello è altissimo per tutti. Anche per il Bayern Monaco, che pure sarà a San Siro senza molti giocatori. I nerazzurri sono i miei favoriti, questo sì, ma a questo punto la differenza tra una squadra e l’altra è minima. La differenza tra una vittoria e una sconfitta è minima. Basta un episodio. Si parla di triplete, penso che invece sia giusto pensare ai bavaresi, che di sicuro a Milano le proveranno tutte per ribaltare il risultato dell’andata. Si parla di triplete… l’Inter può farlo, ma può anche non vincere nulla, contando anche campionato e Coppa Italia. Corre sul filo del rasoio».
La truppa di Simone Inzaghi dovrà andare a 100km/h.
«Ah questo è sicuro. E limitare al minino gli errori. Fin dalla sfida al Bayern, per continuare a sognare, servirà una grande prova. Con una prestazione “solo” normale l’Inter andrà a casa».
L’altro quarto della serata, Real Madrid-Arsenal, sembra abbia il finale già scritto. Dopo il 3-0 per i Gunners dell’andata…
«Stessimo parlando di un’altra squadra sarei d’accordo. Tre gol di vantaggio sono tantissimi, ma il Santiago Bernabeu fa paura e gli spagnoli hanno grandi campioni. E poi c’è Ancelotti, che non muore mai: ha sette vite, come i gatti».
Si gioca la panchina.
«Vero. Con la Liga che è per ora controllata dal Barcellona, la Champions per lui vale tantissimo. Se riuscirà a gestire al meglio l’aspetto mentale dei suoi, ribaltare la situazione non sarà impossibile. Un gol subito e gli inglesi potrebbero andare in confusione».