Il 60enne membro dello staff tecnico della Dinamo San Pietroburgo: «Giusto giocare, non si può fermare tutto».
SAN PIETROBURGO - Tutto il mondo è nella morsa del coronavirus. Lentamente, però, anche lo sport è ripartito, tra regole ferree da rispettare e la speranza che all'orizzonte possa intravedersi qualche schiarita. In attesa di scoprire come sarà assistere a una gara del nostro campionato (al via il prossimo 1. ottobre), in Russia l'ingaggio d'inizio è già avvenuto. Ma com'è la situazione? Lo abbiamo chiesto a Ivano Zanatta, membro dello staff tecnico della Dinamo San Pietroburgo, squadra di VHL (Serie B russa)
«Abbiamo già disputato tre partite, vincendone due. Il momento è molto particolare, ci sono alcune squadre in quarantena e diversi giocatori isolati. Nel nostro caso abbiamo cinque tesserati e due membri dello staff tecnico confinati in casa».
Che anno sarà?
«Credo che per tutta la stagione sarà così. La mia idea è che sia giusto giocare, non si può fermare tutto. Rinunciando a scendere sul ghiaccio non penso si risolverebbe il problema. Prepariamoci a un campionato strano».
Quali precauzioni ha preso la lega russa?
«Non tantissimi. Per il momento il loro messaggio è sembrato essere "proviamo a giocare e vediamo cosa succede". Il pubblico? Può entrare un massimo del 10% della capacità dei vari impianti. Noi abbiamo una capienza di 7'900 spettatori, ciò significa che arriviamo a circa 800 spettatori».
Un cambiamento radicale rispetto a ciò a cui eravamo abituati...
«È una tristezza! Considerando che in VHL abbiamo il pubblico numero 1, per noi è una grande mancanza. Negli ultimi anni la media spettatori nella nostra pista era attorno ai 5'000. Fate voi...».
Come ti immagini un derby ticinese senza curve?
«Sembrerà un altro sport. L'immagine dell'hockey svizzero in giro per il mondo è proprio legata allo spettacolo delle curve. Penso che la NHL possa resistere un anno senza spettatori - grazie soprattutto agli introiti dei diritti televisivi - mentre nell'hockey elvetico ci saranno delle società che andranno incontro a un sacco di difficoltà».
Per Ivano Zanatta un'estate trascorsa interamente in Russia...
«Sono stato bloccato qui, vi erano troppe restrizioni in Russia, Italia e Svizzera e per questo non sono rientrato. Nonostante senta tutti i giorni i miei figli, l'aria di casa mi manca. Il giretto per Lugano che annualmente faccio l'ho quindi dovuto rimandare...».
Il ritorno in Svizzera, lavorativamente parlando, è sempre nella testa di Ivano...
«Certamente. Nelle scorse settimane ho avuto una chiacchierata con un dirigente di una squadra di National League. Intanto ne approfitto per fare un grosso in bocca al lupo alle due compagini ticinesi».