Il presidente dell'Ambrì: «Sicuramente per noi ci sarà una perdita, che cercheremo di contenere il più possibile»
«La salute è una priorità e deve avere la precedenza su tutto: auguriamo comunque ai cugini grigionesi di riuscire a portare a termine lo storico torneo».
AMBRÌ - Nulla da fare. Ancora una volta il Covid-19 ha rovinato la festa, questa volta colpendo l'Ambrì che non potrà recarsi a Davos per la sempre affascinante Coppa Spengler. Alcuni casi di coronavirus riscontrati nella squadra leventinese - nella fattispecie di variante Omicron - hanno costretto il medico cantonale a ordinare una quarantena di dieci giorni, cancellando il viaggio in terra grigionese di Pestoni e compagni.
Un duro colpo per tutta la società, che si è vista scompaginare i piani dal maledetto virus. «C'è un enorme dispiacere in tutto l'ambiente biancoblù - è intervenuto il presidente dell'Ambrì Filippo Lombardi - Eravamo prontissimi per la trasferta, volevamo ripetere la festa di due anni ma purtroppo la festa è rinviata all'anno prossimo. O almeno così speriamo. La salute è una priorità e deve avere la precedenza su tutto: da parte nostra comprendiamo le misure, anche se evidentemente fanno male. Auguriamo comunque ai cugini grigionesi di riuscire a portare a termine lo storico torneo».
Questa volta è la variante Omicron la "colpevole"...
«Esattamente. Per questo l'intera squadra è stata messa in quarantena».
A livello economico, quanto graverà sulle vostre spalle questa rinuncia?
«La notizia è fresca ma ne discuteremo con gli organizzatori e con le assicurazioni. Sicuramente per noi ci sarà una perdita, che cercheremo comunque di contenere il più possibile. Proveremo magari a riportare all'anno prossimo alcune caparre che erano state versate. Sarà tutto da negoziare nelle prossime settimane, oggi è un po' prematuro esprimersi».
Alla luce della situazione attuale, è preoccupata che le piste possano chiudere di nuovo?
«Le misure attuali permettono lo svolgimento delle partite con il pubblico, anche se già comportano delle perdite economiche. Se però non ci sarà un ulteriore peggioramento della situazione, penso che potremo andare avanti così...».
In tanti sostengono che quella del 2G non sia la strada giusta da percorrere...
«Nessuna misura suscita l'unanimità. Da quel che percepisco dai sondaggi, però, la maggioranza della popolazione appoggia questa soluzione che permette almeno di proseguire con le attività. Altrimenti dovremmo ancora chiudere tutto. Alcuni sostengono anche che i non vaccinati siano discriminati, ma chi non si vaccina per scelta è giusto che accetti le restrizioni...».