L'ex allenatore del Lugano Livio Bordoli sul pesante ko incassato ieri dalla Svizzera: «Non è stato un problema di attitudine»
«Non avrei mai cambiato disposizione tattica proprio prima di un Mondiale, anche perché nei mesi scorsi avevamo giocato un buon calcio e la compattezza era il nostro punto di forza. Ieri invece c'erano dei buchi spaventosi».
DOHA - Un'uscita di scena dolorosissima. Un tonfo pesantissimo, inaspettato e che purtroppo resterà impresso nella nostra mente per lungo tempo. Come spiegare un ko simile in un ottavo di finale di un Mondiale? In tanti stanno criticando le scelte azzardate di Murat Yakin, mentre ad altri non è piaciuta l'attitudine messa in campo dai rossocrociati, i quali soltanto cinque giorni prima avevano vinto e convinto contro la Serbia. «Ci sono rimasto male perché siamo stati noi ad aiutare il Portogallo», ha dichiarato l'ex allenatore del Lugano Livio Bordoli.
Dove abbiamo sbagliato?
«Non è stata la difesa a tre il problema, ma gli interpreti. Non puoi farmi giocare Vargas così basso ed Edimilson Fernandes nella posizione atipica in cui è stato schierato ieri. Quando poi siamo passati a quattro i buoi erano già fuori dal recinto...».
La colpa del disastro di ieri è da attribuire a Murat Yakin?
«A fine partita anche lui si sarà reso conto di aver sbagliato. Non aveva Widmer ed Elvedi probabilmente non stava bene. Purtroppo, e questo va detto, è stato anche sfortunato».
Gli errori del nostro selezionatore arrivano da lontano?
«Esattamente, in sede di convocazioni. Almeno uno fra Mbabu e Lotomba doveva portarli in Qatar. È vero che con il senno di poi è facile parlare, ma Murat ha voluto rischiare e alla fine l'ha pagata».
Come mai provare a cambiare disposizione tattica proprio prima di un Mondiale?
«Non so darmi una spiegazione, non l'ho capita. Non avrei mai cambiato proprio prima di un Mondiale, anche perché nei mesi scorsi avevamo giocato un buon calcio e la compattezza era il nostro punto di forza. Ieri invece c'erano dei buchi spaventosi. Li abbiamo agevolati noi, nella stessa misura in cui la Serbia - nel modo in cui ha giocato - ha agevolato noi venerdì».
L'attitudine dunque non c'entra nulla?
«Parliamoci chiaro: stiamo parlando di un ottavo di finale di un Mondiale. Come fai a non aver la giusta attitudine in una partita simile, dove ti guardano milioni di persone? Semplicemente diversi giocatori ieri non sono scesi in campo nel loro ruolo naturale...».
Che bilancio fare del nostro Mondiale?
«Fino a venerdì direi buono, ma siamo usciti male e nessuno si ricorderà della vittoria striminzita con il Camerun o di quella contro la Serbia. Abbiamo fatto il nostro compitino, ma questa sconfitta va a macchiare il percorso della Svizzera. Incassare un 6-1 fa malissimo soprattutto perché avevamo i mezzi per fare molto meglio».
Una bella lezione anche per il nostro selezionatore...
«Avrà molto da imparare da questo pesante ko. Certe scelte errate, a certi livelli, le paghi a carissimo prezzo... È un allenatore intelligente e sa anche lui di aver sbagliato. Ad ogni modo non è tutto da buttare: abbiamo delle buone basi dalle quali ripartire».
Passando al Portogallo, ti ha sorpreso la scelta di lasciare in panchina Ronaldo?
«Io speravo giocasse perché avrebbe potuto agevolare il nostro compito visto che non è un elemento che aiuta la squadra. Gonçalo Ramos, invece, dà profondità, corre e rientra a coprire. CR7 non fa più nulla difensivamente, aspetta che gli arrivi il pallone per poi inventarsi qualcosa. E così facendo non aiuta i compagni...».