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IL SORPASSO A… DUE RUOTEMartin e Bagnaia, sono rimasti loro due...

03.10.24 - 18:43
Con o senza alleati? L'impressione è che, nella rincorsa al mondiale, l'aiuto dovranno darselo da soli
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Martin e Bagnaia, sono rimasti loro due...
Con o senza alleati? L'impressione è che, nella rincorsa al mondiale, l'aiuto dovranno darselo da soli
Sia lo spagnolo che il piemontese continuano a sbagliare un po' troppo, ma la concorrenza - in primis Bastianini e quel vero “cagnaccio” da gara di Marquez - non ha saputo tenere così alta l'asticella.
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MOTEGI - Sono rimasti loro due. Come logica diceva, anche se i nostalgici del vecchio Marc Marquez – quello che, lo dicevano convinti molti giornalisti spagnoli, obnubilati dalle prodezze del loro beniamino, “avrebbe vinto anche con un braccio solo”, commentandone l’immediato rientro a pochi giorni dall’infortunio di Jerez – erano pronti a scommettere che, trovata una Ducati, anche se quella 2023, avrebbe fatto un solo boccone della concorrenza.

Se mai c’è stato un vero possibile terzo “incomodo” nel bis annunciato della lotta per il titolo tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin, però, quello forse è stato proprio Marc, vero cagnaccio da competizione. Questo perché Bastianini è forte, è un gran talento, ma in tutti questi anni gli è sempre mancata quella continuità che alla fine ti porta al titolo. E la caduta di Mandalika è stata l’ultima conferma. Mentre Pedro Acosta ha le stimmate del campione, vero, ma la MotoGP non è la Moto3 e neppure la Moto2. Van bene gli exploit iniziali, ma l’esperienza conta e tu puoi essere forte quanto vuoi, ma devi anche riuscire a diventare il più velocemente possibile un tutt’uno con la tua moto, e non è che in questo la Ktm, partita come anti Ducati e poi trasformatasi via via in un’armata allo sbando, gli abbia dato chissà che mano. E, quindi, con Fabio Quartararo castrato da una Yamaha che progredisce sì, ma troppo poco, e una Honda che viaggia in un mondo tutto suo ben lontano da quello iper-competitivo della MotoGP, la sfida Bagnaia-Martin era l’unica che davvero fosse pronosticabile.

I due continuano a sbagliare un po’ troppo, ma allo stesso tempo nessuno come loro riesce a portare in alto e per più tempo possibile l’asticella delle prestazioni. Martinator o Pecco, quindi, in rigoroso ordine di classifica, per scoprire chi sarà il campione 2024, e però pensare che i due lì davanti faranno una lotta solitaria nelle prossime gare non è pensabile. Perché nessuno farà loro, vuoi più o meno chiaramente, da scudiero. Bastianini difficilmente aiuterà Bagnaia, perché al di là dei sorrisi e dell’ottimo rapporto con il compagno, l’essere stato scaricato dopo un 2023 difficilissimo e in gran parte non per colpa sua, non lo porterà a fare un favore alla Ducati. Quanto a Marquez, poi, prima ha combattuto una guerra sotterranea che è costata a Martin il futuro a Borgo Panigale, e adesso si sta preparando a diventare nel 2025 il peggior incubo di Bagnaia. Potesse scegliere, forse preferirebbe che il n.1 il prossimo anno finisse sull’Aprilia di Jorge. Considerando però il “non rapporto” tra i due, è difficile immaginare un qualsiasi tipo di aiutino, così come pensare che si metta al servizio del torinese, che con il terzo titolo consecutivo diventerebbe ancora più scomodo. 

Al contrario di quanto fatto nel 2015, questa volta Marquez correrà solo per sé, si difenderà in Giappone, ma andrà all’attacco in Australia, una delle piste su cui da inizio anno ha messo il circoletto rosso. E poi si vedrà. Quanto ad Acosta, che in questi giorni ha detto di voler diventare il Michael Jordan della Ktm, proverà a giocarsi il tutto per tutto per chiudere la stagione con un colpaccio. Così, l’aiuto nella scalata al Mondiale, Martin e Bagnaia dovranno darselo da soli, ciascuno sbagliando il meno possibile e reagendo al meglio man mano che la pressione salirà. Pecco, in questo, ha dimostrato di saper tirare fuori il meglio di sé proprio quando è con le spalle al muro. Jorge, se lo domandano molti, saprà fare lo stesso?

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