L’associazione Inquilini Svizzera chiede misure per tutelare i locatari in questa situazione emergenziale.
BERNA - Dopo aver preso parte a una tavola rotonda convocata martedì dal Consigliere federale Guy Parmelin, l’associazione Inquilini Svizzera si dice soddisfatta del fatto che l'esecutivo federale abbia riconosciuto l’importanza di considerare le questioni locative nella crisi coronavirus e che abbia deciso di agire: «Era una tappa necessaria e dimostra che tutti gli attori coinvolti intendono trovare soluzioni praticabili», si legge in comunicato dell'organizzazione. «Ora, però, occorre chiarire in fretta la situazione degli inquilini», precisa lo scritto.
Il tema è quello della difficoltà di traslocare in questo periodo di misure emergenziali. L’Associazione Svizzera Inquilini si rallegra del fatto che anche le associazioni dei locatori, ora, ritengano che, in seguito alle prescrizioni sanitarie dell’UFSP, sia praticamente impossibile cambiare alloggio o traslocare. È fondamentale quindi che, di principio, vengano congelati tutti i cambiamenti d’abitazione e i traslochi, tranne nei casi in cui le regole sanitarie dell’UFSP siano rispettate e inquilini e locatori si siano accordati.
Attualmente, poi, gli inquilini dei locali commerciali non possono utilizzarli allo scopo previsto dal contratto causa la chiusura delle attività ordinata da Confederazione e Cantoni. Ne consegue l’impossibilità di generare una cifra d’affari. Essi vanno pertanto esentati dall’obbligo di pagare le spese della locazione. L’ASI chiede al Consiglio federale di decidere sulla questione al più presto possibile, perché, in caso contrario, migliaia di inquilini commerciali saranno costretti a sommergere di istanze tribunali civili e uffici di conciliazione.
Anche il parere giuridico commissionato dall’ASI a tre avvocati (avv. Sarah Brutschin, Basilea / avv. Xavier Rubli, Losanna / avv. Pierre Stastny, Ginevra) giunge a questa conclusione, dopo aver esaminato la questione del pagamento delle pigioni per i locali commerciali chiusi a causa della lotta contro il coronavirus. Il parere conclude che gli inquilini sono interamente o parzialmente dispensati dall’obbligo di pagare la pigione fintantoché è vietato esercitare l’attività commerciale per la quale gli spazi sono stati locati. E questo contrariamente a quanto sostenuto finora dalle cerchie immobiliari.