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SVIZZERa«È ora di chiarire la strategia sui certificati di vaccinazione»

20.02.21 - 13:38
Attualmente vi è un vuoto in materia di requisiti tecnici, campo d'applicazione e accettazione sociale
Keystone - foto d'archivio
Fonte ats
«È ora di chiarire la strategia sui certificati di vaccinazione»
Attualmente vi è un vuoto in materia di requisiti tecnici, campo d'applicazione e accettazione sociale
Occorrerà distinguere tra certificati di vaccinazione e semplice documentazione, immunità e stato sierologico transitorio, stabilirne la durata di utilizzo in funzione della situazione epidemiologica, ecc.

BERNA - La task force scientifica della Confederazione chiede al Consiglio federale una strategia nazionale per i certificati di vaccinazione contro il coronavirus e i risultati dei test. A suo avviso, le conseguenze sanitarie, economiche, giuridiche, etiche e sociali di questi certificati non sono al momento definite.

In una presa di posizione odierna, la task force indica che si potrebbe, tra le altre cose, introdurre il rilascio di certificati in formato cartaceo o digitale che dimostrino il risultato negativo di un test molecolare RT-PCR effettuato di recente, la presenza di anticorpi neutralizzanti o di una vaccinazione. Secondo gli esperti della Confederazione, tali certificati dovrebbero essere affidabili e l'utilizzo andrebbe regolamentato.

Ciò potrebbe imprimere un nuovo slancio alla vita economica e sociale, tenendo al contempo sotto controllo i rischi di trasmissione del virus SARS-CoV-2, precisa la task force. La richiesta di introdurre tali certificati non è sollevata solo dal settore dei viaggi, ma anche dai comparti degli eventi e dello sport, senza però una strategia che definisca l'utilizzo legittimo dei certificati a fini non medici.

Attualmente, in Svizzera, la situazione è caratterizzata da una base giuridica incompleta e da un approccio pragmatico per quanto attiene all'autocertificazione in formato digitale, sostiene la task force. Ne consegue un vuoto in materia di requisiti tecnici, campo d'applicazione e accettazione sociale, mentre per viaggiare in determinati Paesi è necessario dimostrare di aver effettuato di recente un test RT-PCR.

La task force raccomanda quindi al Consiglio federale di chiarire la strategia sui certificati di vaccinazione e che sia dato mandato all'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) di pronunciarsi circa la necessità di detti certificati a livello nazionale. In caso di responso positivo, occorrerà definirne con precisione il campo di applicazione (distinguere tra certificati di vaccinazione e semplice documentazione, immunità e stato sierologico transitorio, stabilirne la durata di utilizzo in funzione della situazione epidemiologica ecc.).

Se sarà ritenuta necessaria una certificazione in formato digitale, occorrerà individuarne la portata e gli impieghi legittimi nei contesti pubblici e privati in Svizzera, nonché i formati adeguati ai fini dell'uso internazionale, aggiungono gli esperti scientifici. Tutte le soluzioni digitali dovranno rispettare requisiti tecnici e giuridici specifici, in particolare in materia di protezione dei dati e delle criticità relative ai flussi transfrontalieri di informazioni. Il coinvolgimento di eventuali terzi privati nella gestione dei certificati digitali dovrà essere diramato in modo trasparente, si precisa ancora nella presa di posizione.

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