Almeno 10 donne sono state uccise da uomini nelle prime undici settimane del 2021.
Si tratta del doppio dei crimini registrati abitualmente in Svizzera. Un aumento significativo a cui ha certamente contribuito il periodo di confinamento.
BERNA - Tre femminicidi solo nell'ultima settimana. Venerdì pomeriggio, un agente di polizia ha denunciato di aver ucciso la sua fidanzata in un appartamento a Bussigny (VD). Qualche giorno prima, crimini violenti che avevano come protagonisti un uomo (l'artefice) e una donna (la vittima) sono avvenuti a Schafisheim (AG) e a Aeugst am Albis (ZH). In quest'ultimo caso sembra che un 75enne anni abbia sparato alla moglie di 77 anni e poi si sia suicidato. Anche l'autore dell'omicidio di Bussigny si è tolto la vita, mentre quello di Schafisheim si trova in carcere.
L'organizzazione "Stop Femizid" ha già contato dieci casi di femminicidio in Svizzera dall'inizio dell'anno e due tentativi non riusciti. In media, nelle prime undici settimane del 2021 si è quindi verificato più di un femminicidio compiuto o tentato. Per fare un confronto, in tutto il 2020, l'organizzazione ha contato 16 femminicidi compiuti e cinque tentati.
Più violenza domestica - La tendenza all'aumento è chiara: i dati dell'Ufficio federale di statistica per gli anni che vanno dal 2009 al 2018 mostrano che ogni due settimane una donna viene uccisa fra le mura domestiche. Guardando i numeri dall'inizio dell'anno, i femminicidi sono quindi praticamente raddoppiati.
Colpa del covid? - Incremento significativo che potrebbe essere legato all'emergenza coronavirus? Dopotutto, la maggior parte delle persone in Svizzera trascorre molto più tempo del solito fra le proprie quattro mura. Vari specialisti a cui è stata posta questa domanda non hanno voluto sbilanciarsi troppo, visto che mancano dei dati certi e considerato il lasso temporale tutto sommato breve per poter trarre una conclusione certa. La sensazione è però questa, sottoscrivono.
Necessità di prevenzione - È infatti noto che c'è più violenza domestica durante i periodi di vacanza, quando i famigliari vivono a stretto contatto per diversi giorni. Per Sylke Gruhnwald di "Stop Femizid" è chiaro che occorre ancora molto lavoro di prevenzione ed educazione nel campo del femminicidio. «La violenza contro le donne è ancora troppo spesso vista come una questione privata, con il femminicidio che è il risultato di una violenza strutturale il cui punto di partenza risiede nell'equilibrio patriarcale del potere nella nostra società».
Diamogli il giusto nome - Anche secondo Gruhnwald mancano ancora «dati e studi affidabili» per stabilire una connessione tra l'aumento dei femminicidi nel 2021 e il fatto che la Svizzera sia in una fase di chiusura. «È importante che il femminicidio sia chiamato con il suo nome e che sia chiaro che non si tratta di un caso individuale». Per questo giudica banali termini come "dramma relazionale" o "tragedia famigliare".