L'uomo, insieme a un complice, si era servito di alcune false fatture per frodare il colosso farmaceutico.
BASILEA - Il colosso farmaceutico Roche è stato vittima di una truffa da parte di un ex impiegato: l'uomo, insieme a un complice, ha frodato tramite false fatture la società renana per un ammontare totale di oltre dieci milioni di franchi.
Secondo il Ministero pubblico basilese, Roche tra gennaio e agosto 2017 aveva trasferito circa 8,35 milioni di euro (l'equivalente di 10 milioni di franchi al cambio di allora) su un conto di Singapore sulla base di 86 fatture false. Il responsabile della frode è un dipendente che ha lavorato per decenni - sin dal 1987, iniziando la sua carriera come apprendista - presso il gruppo farmaceutico: il basilese, ultracinquantenne, era poi diventato un esperto negli acquisti per l'azienda prima di essere licenziato con effetto immediato a causa dello scandalo.
La frode - Nel 2016, il basilese ha conosciuto il secondo imputato implicato nella vicenda, di nazionalità francese, che secondo l'atto d'accusa era «in parte coinvolto in affari dubbi» attraverso sua moglie. Insieme, avevano deciso di dirottare illegalmente i beni a danno di Roche utilizzando sempre lo stesso schema: i due hanno spedito al gruppo renano 86 fatture attraverso una rete aziendale a Singapore. Queste fatture, inviate tramite il fornitore di servizi di pacchi DHL, elencavano presunti costi di trasporto per farmaci del settore biotecnologico che erano stati effettivamente ordinati da Roche da Singapore o dalla Corea del Sud in direzione di Basilea.
Il dipendente di Roche - sulla base della sua esperienza professionale pluriennale - sapeva quanto alte sarebbero risultate di solito queste fatture, spiega l'atto d'accusa. Inoltre, l'uomo ha fatto creare un conto corrente che sembrava «ingannevolmente simile» a quello di un vero partner commerciale di Roche.
Il denaro, una volta arrivato a Singapore, veniva trasferito su altri conti in tutto il mondo dall'uomo d'affari francese, che - tra le altre cose - utilizzava il maltolto per »pagare il suo stile di vita costoso» e per i progetti delle sue aziende.
La frode è stata scoperta all'inizio dell'autunno del 2017 grazie a controlli interni: altre 27 fatture falsificate per un importo di 3,8 milioni di euro (oltre 4,1 milioni di franchi) non erano ancora state pagate, così come non è andato a buon fine il tentativo di ingannare il gruppo con ulteriori 39 finte fatture per un totale di 2,7 milioni di euro (più di 2,9 milioni di franchi).
Lo stesso dipendente della Roche ha fatto trasferire l'equivalente di circa 1,5 milioni di franchi a una società anonima da lui fondata a Basilea. Ha speso circa 700.000 franchi in vacanze, conti della carta di credito e altre spese private.
Pena detentiva già scontata - I due accusati - che si sono già dichiarati colpevoli - dovranno rispondere delle loro azioni davanti al Tribunale penale di Basilea il 9 agosto. Il processo si terrà tramite procedura abbreviata. Tra i reati contestati figurano truffa per mestiere, ripetuta falsità in atti e riciclaggio per mestiere.
L'ex dipendente di Roche ha già scontato una pena detentiva di 39 mesi richiesta dall'accusa ed è di nuovo in libertà da febbraio 2020. Il secondo uomo d'affari implicato deve invece scontare 51 mesi di prigione. Dallo scorso aprile si trova nella prigione Bässlergut di Basilea, mentre prima era detenuto in vista d'estradizione in Spagna. Il francese è inoltre stato espulso dalla Svizzera per un periodo di dieci anni.
Entrambi gli uomini devono pagare alla Roche un risarcimento di 10,07 milioni di franchi svizzeri più il 5% di interessi. Roche ha precisato all'agenzia Keystone-ATS che nel frattempo ha migliorato gli standard di sicurezza interni per evitare frodi di questo genere.