Il ministro della sanità Berset fa il punto della situazione in Svizzera: «Casi in aumento, priorità alla vaccinazione»
BERNA - «I contagi sono in aumento, soprattutto nella Svizzera tedesca». Così ha esordito oggi il ministro della sanità Alain Berset, in una conferenza stampa convocata al termine di un incontro con la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità (CDS). Il consigliere federale ha ribadito che nel nostro paese il tasso di vaccinazione è ancora troppo basso e che quindi «le prime vaccinazioni restano prioritarie».
In effetti, come ha osservato ancora Berset, i contagi si registrano in particolare nelle regioni in cui il numero dei vaccinati è più basso. Per quanto riguarda il cosiddetto booster, è importante soprattutto per gli over 65: tra questi ultimi, dopo sei mesi la protezione contro un decorso grave della malattia scende infatti dal 90 all'80%.
Lukas Engelberger, presidente della CDS, ha fatto il punto sulla somministrazione della vaccinazione di richiamo alle persone over 65. Una vaccinazione che è attualmente molto richiesta, come ha detto alla stampa.
Il principale obiettivo resta di evitare un sovraccarico degli ospedali. Un rischio ancora ben presente. «Lo ribadisco: il virus è molto contagioso, presto o tardi tutti lo contrarremo. Per questo motivo proprio durante i mesi invernali sono molto importanti le misure igieniche accresciute (distanze, mascherine,...)» ha sottolineato il ministro della sanità.
Con la vaccinazione, pochi decessi - Al momento non si parla ancora di nuovi provvedimenti, ha spiegato Berset. Ma la situazione può cambiare da un momento all'altro: «Da quasi ventun mesi viviamo nell'incertezza. Attualmente osserviamo un aumento dei contagi, ma non si tratta ancora di un'esplosione dei casi». I numeri raddoppiano ogni due settimane. Nel caso di un peggioramento importante della situazione epidemiologica, «naturalmente saranno anche adottate nuove misure».
Non sono previste - ha affermato il ministro della sanità - soglie limite in cui scattano nuovi provvedimenti. Si tratta di monitorare la pandemia con dinamismo, in modo da poter reagire con sufficiente anticipo. «Va tenuto comunque conto che ci troviamo in una situazione che presto potrebbe non essere più piacevole, la situazione sta diventando seria».
Le attività sono aperte, la società funziona al 100%, i trasporti pubblici sono ben frequentati: ci troviamo in una situazione in cui è molto difficile determinare i luoghi di contagio. Se la situazione peggiorerà, Berset ritiene che si tornerà anche a parlare di telelavoro. «In questa ondata agiremo facendo tesoro di quanto imparato» ha sottolineato.
Tuttavia: i decessi sono attualmente pochi, ha osservato Berset. Negli ultimi giorni sette giorni l'incidenza è di 0,91 per 100'000 abitanti. «Questa è la dimostrazione che il vaccino protegge da un decorso grave della malattia».
Nessun passaggio dal 3G al 2G - Fatto sta che al momento in Svizzera non si pensa di adottare restrizioni che prevedano l'accesso ai luoghi pubblici soltanto a vaccinati e guariti (la cosiddetta regola delle 2G). «Non si parla di un passaggio dal 3G al 2G» ha detto Engelberger. Si tratta inoltre di valutare la situazione presente a livello ragionale, «chiedendosi se sia proporzionato discutere di un inasprimento delle misure a livello nazionale » ha aggiunto il consigliere federale Berset.
Come supereremo l’inverno dipenderà dall’evoluzione della copertura vaccinale. E dalla vaccinazione di richiamo, tema al centro dell’incontro con la @GDK_CDS. Il richiamo è indicato per tutti: protegge meglio gli anziani da un decorso grave e contribuisce ad arginare la pandemia. pic.twitter.com/c8RaBmY1gd