Il leader dell'Udc non ha però intenzione di mollare: «Andremo avanti, se serve fino al popolo»
Intanto, però, regna la delusione: «Le mozioni avrebbero aiutato il ceto medio e le PMI»
BERNA - «Il sentimento che regna adesso è di delusione, perché oggettivamente di fronte a quello che hanno fatto gli altri Paesi - quindi l'abbassamento delle tasse - l'immobilismo svizzero è ingiustificabile».
È questo il commento, a caldo, che ha rilasciato a Tio/20 Minuti il Presidente dell'UDC e Consigliere agli Stati Marco Chiesa, in relazione alla bocciatura delle mozioni presentate oggi in relazione agli sgravi sulla benzina.
Per il consigliere agli Stati, insomma, a Berna è mancato coraggio «al momento di andare verso una diminuzione delle tasse - da un lato, con la mozione Salzmann, che chiedeva di poterne dedurre di più (perché se i costi esistono devono poter essere scaricati), - dall'altra con la mia mozione che semplicemente avrebbe potuto aiutare il ceto medio e le piccole medie imprese (PMI), che hanno necessità per poter produrre e lavorare di utilizzare l'automobile», ha spiegato Chiesa.
«Le regioni di frontiera saranno penalizzate»
«Il Parlamento aveva la possibilità di modificare la posizione del Consiglio federale (che è oltremodo prudente), ed ha dimostrato di non volerlo fare - ha poi proseguito Chiesa -, «questo, a mio modo di vedere, sarà una grossa penalizzazione per le regioni di frontiera come la nostra, per i posti di lavoro che sono ora sotto pressione e per quello che è il costo dei prodotti che è dato da tutta la catena di approvvigionamento. Se quest'ultima diventa più cara, alla fine questo rincaro lo ritroveremo sui prodotti».
«Non molliamo questa battaglia»
Comunque, ha infine chiarito Chiesa, «non molliamo questa battaglia, questo tema purtroppo ce lo porteremo avanti nel tempo e a mio modo di vedere oltre a promuovere il turismo degli acquisti intaccherà fortemente il potere d'acquisto della nostra popolazione».
Ciò che è fondamentale per il leader democentrista è quindi «che la politica risponda presente»: «Quindi andremo avanti, inizialmente a livello parlamentare, e poi vedremo se invece dovremo ricorrere al popolo, visto che abbiamo la democrazia diretta».