Molti uomini che ricoprono professioni considerate femminili se ne vergognano. «Essere fuori dai canoni è scomodo».
BERNA - Professioni da uomo. E professioni da donna. Lo stigma, in Svizzera è ancora forte. Lo conferma R.S.*, che lavora come assistente di cura: «Dopo anni come elettricista ho voluto riorientarmi professionalmente». Ma con un senso di vergogna: «La mia nuova occupazione non si adattava alla mia immagine di uomo. Anche il cliché che solo i gay lavorassero in questa professione mi ha infastidito». Limiti, questi, che però ha superato: «All'inizio ricevevo sguardi strani dagli uomini, ma ora quasi tutti reagiscono positivamente al mio lavoro.»
Anche M.D.* ha più volte messo in discussione le sue scelte professionali: «Quando dico che voglio fare il maestro di scuola elementare, molti mi chiedono se sono un pedofilo». Secondo D., sono in tanti a credere che le professioni in cui si lavora con i bambini siano professioni prettamente femminili. E si appella a tutti gli uomini, esortandoli a non lasciarsi guidare da pregiudizi e modelli di comportamento.
«Mi sono lasciato alle spalle la vergogna molto tempo fa», dice J.K.*, 20 anni. Voleva fare il fiorista sin dalle scuole elementari, ma i suoi genitori non glielo hanno permesso. «Non puoi sfamare una famiglia con un lavoro da donna, diceva sempre mio padre. Il fatto che fossi gay e quindi non volessi avere una famiglia fu un ulteriore shock per i miei genitori, che sono religiosi». Oggi si dice felice, seppur senza il lavoro dei suoi sogni.
Markus Theunert di Männer.ch, organizzazione ombrello delle organizzazioni svizzere degli uomini e padri, conferma che molti uomini trovano difficile scegliere un lavoro "da donna". «Essere fuori dai canoni è scomodo. Si tende a fare ciò che meglio ci si addice». C'è però anche una dimensione attrattiva, perché gli uomini nelle professioni sociali di solito sono impiegati ricercati, specifica Theunert. «Per alcuni, il fascino sta nel nuotare contro corrente». Affinché più uomini accedano a questo tipo di professioni, conclude, sono necessarie consapevolezza, istruzione e riconoscimento, ma anche una migliore retribuzione.
*Nomi noti alla redazione