La Confederazione ha confermato il suo sostegno all'agenzia dell'Onu UNRWA.
BERNA - Anche per il biennio 2023-2024, la Svizzera intende finanziare con 40 milioni di franchi l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA), la più vecchia agenzia dell'ONU.
Lo ha deciso oggi il Consiglio federale. Il contributo elvetico, spiega una nota governativa, continuerà a essere destinato innanzitutto ai programmi dell'UNRWA grazie ai quali i profughi palestinesi possono accedere all'istruzione, all'assistenza sanitaria, alle prestazioni sociali, a servizi di microfinanza e a infrastrutture di qualità.
In assenza di una soluzione politica al conflitto nella regione, sottolinea la nota, l'UNRWA conserva la sua ragion d'essere e rimane un fattore di stabilità. Il blocco di lunga data della Striscia di Gaza e le ostilità nella regione, il conflitto siriano in atto dal 2011 e la crisi economica in Libano hanno conseguenze negative per i profughi palestinesi. Questa situazione riguarda sia il Territorio palestinese occupato che i Paesi limitrofi.
Per esempio, dipende dagli aiuti umanitari forniti dall'UNRWA il 96% dei profughi palestinesi che vive ancora in Siria. In Libano, il 73% dei profughi vive al di sotto della soglia di povertà. La pandemia ha aggravato ulteriormente la loro situazione e posto l'UNRWA dinanzi a nuove sfide.
Le 710 scuole dell'UNRWA accolgono oggi circa 540 mila bambini. L'agenzia dell'ONU crea quindi prospettive e contribuisce a ridurre i rischi di radicalizzazione tra i giovani. I neodiplomati dei corsi di formazione professionale certificata offerti dall'UNRWA sono molto richiesti sul mercato del lavoro regionale.
Dopo lo scoppio della pandemia, l'UNRWA ha adottato varie misure per continuare a proporre la sua offerta formativa, puntando anche sulla didattica a distanza. Gestisce inoltre 143 centri sanitari primari nella regione, in cui ogni anno 3,1 milioni di profughi palestinesi hanno accesso a cure medico-sanitarie di qualità. Infine, l'agenzia garantisce a circa 400 mila profughi una rete di sicurezza sociale sotto forma di generi alimentari o di contanti/buoni acquisto.