Approvato oggi in Senato un ordine del giorno a firma Alfieri (PD): «Serve una proroga del vecchio accordo».
ROMA - La conclusione del documento è chiara e impegna «Il Governo ad attivarsi celermente» per «consentire un’ulteriore proroga, fino a giugno 2023, dell’accordo amichevole fra Italia e Svizzera in materia di lavoro da remoto per i frontalieri», intanto che si aspetta l’emanazione «dei nuovi regolamenti UE».
A margine dell’approvazione dell’accordo fiscale, l’aula del Senato ha dato il suo ok all’ordine del giorno a firma Alessandro Alfieri (PD) sullo smartworking per i dipendenti italiani.
Da oggi, infatti, svanisce l’effetto degli accordi firmati a giugno 2020 e poi prorogati a luglio dello scorso anno. Sul tema, l’ultima pesante parola è arrivata dall’Agenzia delle entrate:
«Se un frontaliere residente nei comuni di frontiera effettuerà anche un solo giorno intero di telelavoro, esso diventerà tassabile in Italia sull’intero ammontare del reddito, perdendo di fatto lo statuto fiscale di frontaliere». In generale, quindi, la porzione di reddito dei giorni lavorati da remoto in Italia viene assoggettata a tassazione esclusiva in Italia. Per quanto riguarda le aziende, inoltre, rimane aperta pure la questione relativa all’assoggettamento al fisco tricolore quale stabile organizzazione.
Il documento approvato stamane in Senato impegna, però, il Governo italiano ad «adoperarsi al fine di raggiungere con la competente autorità svizzera una regolamentazione strutturale in materia di telelavoro dei frontalieri, anche introducendo soglie superiori sul modello già adottato dalla Svizzera con la Francia».