Lo prevede una modifica della LAFE adottata da una commissione del Nazionale
BERNA - La vendita a investitori esteri di infrastrutture energetiche strategiche come centrali idroelettriche o le reti di trasporto della corrente va limitata.
È quanto prevede una modifica della legge federale sull'acquisto di fondi da parte di persone all'estero (LAFE, la cosiddetta Lex Koller, dal nome dell'ex capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia Arnold Koller), adottata con 15 voti a 8 dalla Commissione dell'ambiente, della pianificazione del territorio e dell'energia del Consiglio nazionale (CAPTE-N). Attualmente la LAFE restringe la vendita di immobili.
Il progetto - Il progetto persegue lo scopo di proteggere le infrastrutture strategiche dell'economia energetica dal controllo di investitori esteri, spiega una nota odierna dei servizi parlamentari. Per la CAPTE-N sussiste infatti un interesse pubblico fondamentale a impedire che importanti infrastrutture dell'economia energetica finiscano in mani estere, proprio in considerazione della difficile situazione della sicurezza dell'approvvigionamento della Svizzera.
Per infrastrutture strategiche dell'economia energetica la commissione intende gli impianti idraulici, gli impianti di trasporto in condotta di combustibili e carburanti gassosi, la rete elettrica e le centrali nucleari. La CAPTE-N intende autorizzarne la vendita all'estero soltanto a condizioni restrittive. Secondo il progetto continueranno a essere ammessi gli investimenti dall'estero che non determinano una posizione preponderante dell'investitore nell'impresa.
La minoranza della commissione respinge il progetto per principio, poiché a suo avviso si tratta di un'ingerenza problematica nella libertà economica.
Il disegno di legge trova la sua origine in un'iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Jacqueline Badran (PS/ZH) del dicembre 2016. La deputata socialista aveva inoltrato il suo testo partendo dalla constatazione che alcune società elettriche versavano in una difficile situazione economica e che vi erano progetti di vendere parti dell'infrastruttura all'estero