Previsioni? «È ancora difficile stimare quale sarà la situazione in autunno» ha sottolineato il presidente della Confederazione
BERNA - Ennesimo aumento dei premi di cassa malati in vista, superiore a quello a cui si era abituato il paese: lo prospetta il presidente della Confederazione Alain Berset, dopo il rincaro del 6,6% nel 2023 e la notizia che i costi della salute sono già aumentati del 7,5% nei primi due mesi dell'anno.
«Molti fattori» - «L'andamento dei premi l'anno prossimo dipende da molti fattori, non solo dagli attuali costi sanitari», afferma il capo del Dipartimento federale dell'interno (che in Svizzera è competente per la sanità) in un'intervista pubblicata oggi dalla SonntagsZeitung. «È ancora difficile stimare quale sarà la situazione in autunno. Purtroppo, però, non si può escludere che anche l'anno prossimo i premi aumentino oltre la media», aggiunge il 51enne.
«Il Consiglio federale sta facendo tutto il possibile per contenere i costi nel settore sanitario», assicura il membro del governo in carica dal 2011. «In alcuni casi con successo: gli interventi sul prezzo dei farmaci, ad esempio, hanno avuto un effetto di risparmio di un miliardo di franchi. Il Consiglio federale ha presentato al parlamento due pacchetti di misure per contenere i costi nel campo della salute e due controproposte a iniziative pendenti».
Troppe voci in capitolo - Secondo Berset il problema è che sono in molti ad avere voce in capitolo. «In parlamento le misure di riduzione dei costi hanno difficoltà ad essere accolte perché i molti attori spesso si proteggono a vicenda. Di conseguenza, ci vuole molto tempo per trovare dei compromessi. Molte buone misure sono state cancellate, ad esempio per abbassare i prezzi dei farmaci generici. Se non ci uniamo tutti, non riusciremo a contenere i costi della salute», chiosa lo specialista con dottorato in economia all'università di Neuchâtel.
Nell'intervista Berset affronta anche diversi altri temi, primo fra tutti quello della sua permanenza in governo. «Pur essendo il consigliere federale in carica da più tempo, sono ancora il più giovane. Il mio lavoro mi piace ancora molto e continuo a impegnarmi a fondo. È un privilegio servire il paese come consigliere federale».
«Sono ancora molto motivato» - Quindi in dicembre riproporrà la sua candidatura? «Siete liberi di trarre le vostre conclusioni. Sono ancora molto motivato. Tuttavia, bisogna rimanere modesti: ricordiamo le improvvise dimissioni di Simonetta Sommaruga l'anno scorso».
Politico al centro di molte vicende che hanno fatto scrivere i giornali, Berset prende posizione anche sulle critiche di cui viene fatto oggetto. «Penso che sia iniziato con la pandemia. La crisi del Covid ha smosso molto, non solo in senso positivo. Ci sono state grandi tensioni nel nostro paese. Ma cosa posso dire al riguardo? Lo sopporto: altrimenti non sarei più consigliere federale».
Non mancano poi lunghe esternazioni riguardo al ruolo della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'Onu, di cui si appresta ad assumere la presidenza. Tanto che gli intervistatori chiedono se Berset non sarebbe stato più volentieri ministro degli esteri. «Mi piace rappresentare la Svizzera all'estero: questo fa parte della carica di presidente della Confederazione, né più né meno», taglia corto l'interessato.