La Confederazione registra un ammanco annuale di centinaia di milioni di franchi. Ritorna la proposta del salario netto.
BERNA - Ogni anno, in Svizzera, circa 330’000 persone vengono perseguite per debiti fiscali.
Per avere un’idea: nel solo canton Berna vengono emesse fino a 65’000 avvisi di recupero crediti, facendo perdere allo stato oltre 200 milioni di franchi. «Purtroppo siamo primi in Europa. Permettere la detrazione delle tasse, su base volontaria, direttamente dallo stipendio mensile potrebbe migliorare la situazione», è la posizione di Andrea Zryd (ps), componente del parlamento bernese.
La richiesta di introdurre un salario netto non è nuova. Una mozione quasi identica era già stata lanciata nel 2018. «Da allora è passato molto tempo, ma non è successo nulla - continua Zyrd - ora i tempi sono maturi per un secondo tentativo, soprattutto alla luce dell’inflazione e degli alti premi delle casse malati».
Modello non adatto a tutti
I centri di consulenza per il risanamento del debito sottolineano come la deduzione diretta dallo stipendio «renderebbe più facile per molti pagare le tasse su base continuativa». Ma Anita Nydegger, co-responsabile del servizio di consulenza sul debito di Berna, sconsiglia questo tipo di modello alle persone con un reddito molto basso: «Avrebbero a disposizione troppo poco denaro per le spese correnti».
«Privilegio incomprensibile dello Stato»
La proposta relativa alla detrazione diretta ha trovato sempre l’opposizione dei partiti conservatori, contrari all’intervento diretto dello Stato. Per Daniel Arn (PLR), i buchi finanziari si creerebbero altrove. «Altre fatture non saranno pagate. Inoltre, non si capisce come mai lo Stato dovrebbe essere soddisfatto rispetto ad altri creditori, come per esempio gli artigiani».