Dopo l'annuncio del ritocco al tasso di interesse ipotecario, ci si attende ora un aumento della pigione. Il consiglio: «Agite rapidamente»
ZURIGO - Quanti soldi potranno chiedere in più i proprietari di immobili ai loro inquilini dopo l'annuncio dell'aumento del tasso d'interesse ipotecario? È la domanda che si stanno ponendo in molti, ma soprattutto gli inquilini. Il quotidiano 20 Minuten ha provato a fare alcune stime di cosa significherà in concreto per le loro tasche questo ritocco percentuale. E per farle è andato a chiedere lumi a Michael Töngi, vicepresidente dell'Associazione degli inquilini. Innanzitutto, chi subirà un aumento dell'affitto?
«In linea di principio - spiega - potrebbero essere colpiti tutti gli inquilini che hanno beneficiato di riduzioni dell'affitto o che hanno affittato un nuovo appartamento da giugno 2017. Da allora il tasso di interesse di riferimento è stato dell'1,5% o inferiore. Se il proprietario non ha trasferito l'aumento di giugno, ora potrebbe chiedere il doppio del prezzo. Il tasso d'interesse di riferimento è riportato nel contratto di locazione».
Un'altra domanda cruciale che gli inquilini si stanno facendo in questo momento è da quando si applicherà l'aumento dell'affitto. Töngi afferma che «il locatore può richiedere un aumento alla prossima data di disdetta su un modulo approvato dal Cantone, che spesso è il 1° aprile 2024. Il locatore deve comunicare l'aumento almeno dieci giorni prima dell'inizio del periodo di preavviso». Se il "quando" si comincerà a pagare di più tiene sulle spine i locatari, il "quanto" sarà più caro l'affitto non è questione meno pungente.
Per Töngi, «la maggiorazione è del 3% se c'è già stato un aumento nel 2023. Se l'appartamento è stato affittato sei anni fa - argomenta - l'aumento sarà fino al sei per cento, perché verrà applicato il 40 per cento dell'inflazione e un supplemento per l'aumento dei costi generali. Questi ultimi - aggiunge - vengono spesso addebitati come somma forfettaria. Secondo l'associazione dei proprietari di casa, questo copre, ad esempio, l'aumento dei salari del custode e degli artigiani o i maggiori costi di gestione e manutenzione».
Ma vediamo ad esempio quanto aumenterà la pigione per un appartamento in affitto con un canone netto di 2.000 franchi al mese.
«Ci si dovrà aspettare un aumento mensile di 60 franchi se l'affitto è già stato aumentato quest'anno o se si è affittato l'appartamento da poco. Si tratta di 720 franchi all'anno. Se invece si abita nell'appartamento da più tempo, l'aumento dell'affitto può arrivare a 120 franchi, ossia 1440 franchi all'anno».
Non aumentano, invece, i costi accessori. Il tasso di interesse di riferimento «influisce solo sull'affitto netto» spiega Töngi, che comunque fa notare che seppur l'anno prossimo non vi dovrebbero esserci altri aumenti importanti, non vi saranno nemmeno riduzioni in tal senso. Come può difendersi comunque un inquilino da eventuali aumenti abusivi? «È possibile contestare per iscritto un aumento abusivo dell'affitto entro 30 giorni - sottolinea al quotidiano zurighese - l'Associazione inquilini offre un calcolatore di affitto e un foglio informativo proprio a questo scopo. L'associazione o il collegio arbitrale possono anche verificare l'aumento. L'associazione fornisce anche documenti per contestare rapidamente gli aumenti dell'affitto».
La stessa associazione ha anche diramato questa mattina una nota per dare alcune indicazioni al riguardo. «Molti proprietari di casa approfitteranno di questo aumento per aumentare le pigioni - si legge - questi non sempre rispettano la legge e approfittano troppo spesso di redditi abusivi. Invitiamo gli inquilini ad agire rapidamente». Interviene anche lo stesso presidente di ASI Svizzera Carlo Sommaruga per dire che «il sistema attuale ha fallito e le soluzioni annunciate dal Consiglio federale la scorsa settimana arrivano troppo tardi e non avranno alcun impatto sugli aumenti di pigione che saranno notificati a partire dal 1 dicembre».