La mozione è stata approvata a larga maggioranza dalla CIP-N
BERNA - Le domande d'asilo delle cittadine afghane andrebbero sempre esaminate individualmente e i coniugi che le raggiungono sottoposti a un controllo di sicurezza. È il contenuto di una mozione approvata a larga maggioranza dalla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N)
Questa mozione fa da contraltare a un atto parlamentare, respinto per 13 voti a 12, inoltrato dal consigliere nazionale Gregor Rutz (UDC/ZH) che chiedeva di annullare un cambiamento di prassi della Segreteria di Stato della migrazione (SEM).
Quest'ultima, spiega una nota odierna dei servizi parlamentari, considera le richiedenti asilo afghane vittime sia di una legislazione discriminante sia di una persecuzione a sfondo religioso. Fondamentalmente, quindi, viene loro riconosciuta la qualità di rifugiato.
Se fino al luglio 2023, stando alla mozione Rutz, le ragazze afghane potevano rivendicare lo statuto di persona ammessa provvisoriamente dopo un esame individuale, ora i prerequisiti necessari per beneficiare dell'asilo sono stati ridotti e il ricongiungimento familiare è stato reso possibile per i coniugi e i figli.
A parere del consigliere nazionale, tale modifica della prassi rischia di incitare molte afghane, molte delle quali vivono nei paesi confinanti con l'Afghanistan, a mettersi in viaggio per venire in Svizzera. Per il deputato, il cambio di prassi della SEM compromette gli sforzi dell'Europa per risolvere la crisi in materia d'asilo e rafforza la migrazione secondaria: persone che da tempo vivono in Paesi terzi raggiungono la Svizzera e vi si installano grazie allo statuto dell'asilo o dell'ammissione provvisoria.
La CIP-N non vuole per forza l'annullamento di principio della modifica di prassi ma, pur non negando la gravità della situazione delle donne in Afghanistan, si attende che le domande siano sempre esaminate individualmente e che, in caso di ricongiungimento familiare, i coniugi siano sottoposti a un controllo di sicurezza. Chiede inoltre che le richieste delle donne afghane che hanno soggiornato in un Paese terzo siano valutate in funzione della situazione in tale Paese.