In media i telefonini vengono utilizzati fra i due e i tre anni.
NEUCHÂTEL - C'è ancora parecchio margine di manovra per ridurre l'impatto ambientale della digitalizzazione. Secondo un rapporto dell'Ufficio federale di statistica (UST), in troppi - circa la metà degli svizzeri - tengono i vecchi smartphone, computer portatili e tablet in un cassetto invece di riciclarli.
L'impronta ambientale degli smartphone «è quindi particolarmente negativa - si legge nell'analisi pubblicata oggi - In media, essi vengono usati per poco tempo prima della sostituzione, vale a dire fra i due e i tre anni».
Stando all'UST, per ridurre al minimo l'impatto dei dispositivi sull'ambiente sarebbe importante prolungare la loro durata effettiva riparandoli o rivendendoli. Bisognerebbe poi incoraggiare il riciclaggio delle materie prime che contengono.
Invece, sottolinea l'ufficio federale basato a Neuchâtel, «il 48% tiene a casa il proprio smartphone ormai in disuso. Percentuale simile (44%) per i laptop e i tablet che hanno fatto il loro corso».
La situazione è migliore per quel che concerne i computer fissi: un quarto non se ne libera, mentre il 45% li smaltisce come rifiuti elettronici. Quest'ultima quota è superiore a quella di smartphone (20%) e portatili o tablet (25%).
La conclusione è che «occorre prestare maggiore attenzione alla sostenibilità al momento dell'acquisto e dello smaltimento dei dispositivi elettronici. I risultati della Svizzera sono buoni nel contesto internazionale - ammette l'UST - precisando però che si tratta di un ambito in cui la consapevolezza da parte dei consumatori europei è ancora scarsa».