La sociologa Katja Rost: «Più maschi potrebbe significare più delinquenza. Ma anche più opportunità di crescita»
ZURIGO - Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica (UST), nel 2023 le donne svizzere hanno partorito pochissimi figli. Si contano infatti 80'024 nascite, il 2,8% in meno rispetto all'anno precedente. Sono soprattutto le under 30 a contribuire al calo del tasso di natalità.
Oltre al numero di nascite mai così basso, è da notare che dal 1871, in Svizzera, stanno nascendo più uomini che donne: 106 maschi ogni 100 femmine. Un numero, questo, che viene compensato dalle differenze nell'aspettativa di vita (inferiori per i maschietti). Dal 1950, tuttavia, il rapporto tra i sessi sembra inclinarsi sempre più a favore degli uomini, soprattutto nelle fasce di età più giovani.
«Eccedenza generale di ragazzi nelle società umane» - La sociologa Katja Rost, dell'Università di Zurigo, spiega che nelle società umane generalmente si registra un leggero surplus di maschi: «Questo avviene a causa dell'evoluzione, per garantire la riproduzione. Dipende anche dal fatto che gli uomini hanno tassi di mortalità più elevati, in parte a causa della loro maggiore disponibilità a correre rischi. Questo è anche il motivo per cui gli sport rischiosi come il motociclismo, l’arrampicata su ghiaccio o il paracadutismo tendono ad essere a prevalenza maschile».
Nelle società occidentali, tuttavia, questo “classico” rapporto tra i sessi è sempre meno scontato. Oltre all’immigrazione – prevalentemente maschile – si riscontra anche la cosiddetta selezione dei bambini basata sul genere. «In alcune società non occidentali, ad esempio, il numero di ragazzi è maggiore di quanto ci si aspetterebbe. Questo anche perché le ragazze hanno meno probabilità di soddisfare i desideri dei genitori». Diverso è il caso di alcune società occidentali, dove invece i genitori desiderano più spesso una femmina.
Un’arma a doppio taglio - Un'elevata percentuale di giovani maschi all'interno di una società può avere numerose conseguenze negative: gli uomini tendono ad essere più disposti a correre rischi, il che a sua volta può riflettersi in un aumento del tasso di criminalità, afferma Rost. «Ciò diventa evidente, ad esempio, quando si esaminano i criminali condannati. Il 93% dei detenuti in Svizzera sono uomini».
Ciò potrebbe diventare un problema, ma non deve necessariamente esserlo, sottolinea la sociologa. In linea di principio, i cambiamenti nelle relazioni di genere sono un’arma a doppio taglio: «I problemi sono sempre anche opportunità: una maggiore disponibilità a correre rischi, ad esempio, porta anche a start-up più rischiose e potenzialmente redditizie. Il risultato è il progresso tecnico ed economico».
Quando si tratta di scegliere un partner, il cambiamento nel rapporto tra i sessi è evidente già oggi: «In una società paritaria, le donne tendono a cercare un partner con un’istruzione equivalente. In Svizzera – come in altri Paesi altrettanto prosperi – si sta creando sempre più un divario». Questo è dovuto non solo all'immigrazione – prevalentemente maschile e spesso meno istruita – ma anche a variabili interne: «Le donne in questo Paese tendono ad ottenere risultati scolastici migliori».
Dal punto di vista sociologico, tuttavia, l’esperto non vede alcuna necessità di agire: «La società, di solito, trova le risposte alle questioni complesse da sola, dal basso verso l’alto anziché dall’alto verso il basso». Ad esempio, le norme sociali nei rapporti di coppia potrebbero cambiare, conclude Rost.