La furbata di un cliente, che ha scambiato etichette per trafugare più di 200 franchi di merce, lo ha portato davanti al giudice.
SAN GALLO - Aveva nel suo carrello un tappeto da 75 centesimi e un grosso cuscino da 2 franchi (o almeno così diceva l'etichetta), una volta giunto alla cassa fai-da-te è stato colto in castagna.
Come scrive 20 Minuten è finito decisamente male il tiro mancino orchestrato da un 33enne che, durante un'uscita all'Ikea di San Gallo, ha provato a invertire le etichette dei prezzi di alcuni prodotti. Così ecco che un tappeto da 79,90 si è trovato l'etichetta di una tazzina da 75 centesimi e un cuscinone da 129 franchi, quella di un coperchio di una scatola portaoggetti da 2 franchi.
L'ammontare dell'illecito ai danni di Ikea, riporta l'ordinanza penale, è di franchi 206,15.
A cogliere in fallo l'uomo, un controllo a campione cascato proprio, come si dice, a fagiolo.
Finito davanti al giudice, l'uomo è stato ritenuto colpevole di falsità in documenti ricevendo una multa da 30 aliquote giornaliere da 150 franchi (per un totale di 4'500 franchi) sospese per un periodo di prova di due anni. A queste si aggiunge una multa di 900 franchi e 486 fra tasse e spese processuali.
Interpellata sul fatto, Ikea non si sbottona. L'azienda, infatti, non è solita divulgare dati sulle denunce presentate o sugli incidenti avvenuti nei pressi delle casse automatiche.
«I controlli a campione vengono effettuati con regolarità», ribadisce il colosso svedese, «le zone di self-checkout sono dotate di cosiddette barriere di uscita, che consentono il passaggio solo dopo la corretta lettura della ricevuta».
«Naturalmente i nostri dipendenti sono sempre disponibili a rispondere alle domande dei nostri clienti e a fornire loro un supporto tempestivo, anche alle casse automatiche», conclude Ikea.