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Il cadavere, secondo i primi rilievi, si trovava sul posto da almeno 30 anni.
ZERMATT - Il ghiacciaio si ritira, e svela un cupo segreto. Complici le scarse precipitazioni invernali e il caldo, il ghiacciaio Stockji (VS), nella regione del Cervino, ha restituito i resti mummificati di una persona morta da almeno 30 anni. A trovare il cadavere sono stati due francesi, Luc Lechanoine (55 anni) e Vincent Danna (50 anni), che percorrevano l'Haute Route, itinerario alpinistico che collega Chamonix (Francia) con Zermatt (VS).
Arrivati nella località turistica, hanno avvisato la polizia vallesana, che insieme alla magistratura ha avviato le indagini per risalire all'identità del corpo. Tutto ciò, sulla base delle segnalazioni dei dispersi in montagna mai ritrovati.
«Abbiamo fatto un bel po' di slalom tra i crepacci. Le escursioni in montagna in questo momento sono rese difficili dalla siccità. A un certo punto abbiamo tolto i ramponi per scendere sulla morena ed è lì che, su una lingua glaciale, sono apparsi diversi effetti personali», ha detto Lechanoine al quotidiano Le Matin.
«Da vicino, ho scoperto uno scheletro in qualche modo mummificato, danneggiato, ma completo», ha aggiunto. «C'era uno zaino blu e rosso, una delle braccia era ancora in una cinghia. C'era anche un bastone da sci o da camminata di marca Leki, rosa e nero», un modello uscito nel 1974, «un pile fucsia e una rudimentale piccozza spezzata in tre. La vittima indossava scarponi in cuoio e ramponi con cinghie in pelle. Era in jeans, quindi non proprio attrezzato per la montagna. Lei o lui doveva essere solo. È difficile dire da quanto tempo quel corpo fosse lì. Direi tra i 30 e i 40 anni, forse di più: anni ottanta visti i colori fluo».
