Fa discutere sui social il verdetto di un giudice sul caso di una 15enne che ha accusato un ragazzo di 21 anni di averla violentata.
BASILEA - La Corte penale di Basilea ha assolto un uomo di 23 anni dall'accusa di stupro, ma allo stesso tempo lo ha condannato (a una multa) per aggressione durante un rapporto sessuale. Lo riferisce il quotidiano 20Minuten.
L'incontro attraverso Snapchat e la denuncia per violenza sessuale - Tutto parte dalla denuncia di una ragazza di 17 anni (che all'epoca dei fatti ne aveva 15) che racconta alla polizia di essere stata violentata da un ragazzo di 21 anni conosciuto su Snapchat.
Percosse e atti di strangolamento - Secondo la testimonianza messa a verbale dalla giovane, durante il rapporto sessuale avrebbe subìto delle percosse e ripetuti atti tesi allo strangolamento: secondo il giudizio emesso dal tribunale non si tratterebbe di stupro perché - riporta sempre il quotidiano zurighese - «la ragazza non avrebbe rifiutato l'atto sessuale con il giovane».
Il parere di uno studio legale - Secondo Christian Lenz, avvocato dello studio legale Lenz e Caduff, interellato da 20Minuten, questa sentenza si spiega andando a vedere cosa dice l'attuale legge sui reati sessuali: «Le condanne avvengono solo se non ci sono dubbi sulla testimonianza della parte lesa: in questo caso, la corte è giunta alla conclusione che la testimonianza dell'imputato, secondo cui il rapporto sessuale era consensuale, era più credibile di quella delle parti lese".
Come si spiega la clemenza della condanna - Per il legale la "clemenza" della sentenza si baserebbe sul fatto che «il condannato non ha usato violenza per costringere la parte lesa ad avere un rapporto sessuale. A quanto pare - spiega Leinz - ha usato violenza solo durante il rapporto sessuale, che secondo il verdetto era consensuale, motivo per cui, secondo il tribunale, si tratta di aggressione, ma non di violenza sessuale o addirittura di stupro».
Cosa ne pensa l'esperta Agota Lavoyer - La notizia dell'assoluzione dal reato di stupro del giovane che oggi ha 23 anni, ha immediatamente innescato un vespaio di polemiche soprattutto sui social oltre a molti interrogativi: per Agota Lavoyer, esperta di violenze sessuali, il verdetto non può non sollevare delle domande: «Un uomo viene assolto dall'accusa di stupro e violenza sessuale. Ma viene condannato per aggressione per aver colpito e soffocato la ragazza durante gli atti sessuali. Per favore, cosa?», ha scritto su Twitter.
L'esperta ha anche dichiarato a 20 Minuten: «Non conosco i dettagli del caso e quindi non voglio presumere di criticare un verdetto di principio. Ma non vedo come si possa dire: Il sesso era consensuale, solo che l'aggressione non lo era. Non si possono separare le due cose. Il fatto che qualcuno dica di sì al sesso non dà al partner un lasciapassare per intraprendere qualsiasi attività sessuale».
Ed è convinta che con l'implementazione del regolamento "solo sì significa sì", «l'imputato avrebbe dovuto spiegare in modo credibile perché ha ritenuto che la ragazza avesse acconsentito al sesso con botte e soffocamenti».
Le reazioni di forte disappunto sui social - Oltre all'esperta, anche altri utenti hanno espresso il loro disappunto e criticato la sentenza della Corte penale di Basilea definendolo «straordinariamente strano», «una vergogna», «estremamente discutibile», «marcio e ingiusto».
La denuncia presentata è stata per stupro e non per atti sessuali con minori - L'accusa aveva presentato una denuncia per stupro, non per atti sessuali con minori, «anche se la vittima aveva solo 15 anni al momento del reato e quindi l'età per essere protetta». Dal punto di vista legale - scrive 20Minuten - i due reati sono in reale concorrenza tra loro. Ciò significa che è possibile realizzare entrambi i reati con un unico atto, senza che uno di essi annulli o escluda l'altro. Tuttavia, un imputato non può essere punito due volte per un solo atto».
Se l'accusa fosse stata di atti sessuali con minori, l'imputato avrebbe potuto sostenere in modo plausibile di non sapere che la ragazza aveva solo 15 anni. Secondo l'accusa, lei gli avrebbe detto di essere più grande. In questo caso, la legge non prevede una punizione.