Dopo aver tagliato la gola al vicino di casa aveva attaccato i poliziotti intervenuti sul posto. Inutili i tentativi di calmarlo
LOSANNA - Il Tribunale federale (TF) conferma l'assoluzione dall'accusa di omicidio intenzionale di un poliziotto vodese che nel 2016 aveva ucciso un giovane congolese. L'agente aveva sparato perché minacciato con un coltello. Per la Corte di diritto penale del TF si è trattato di legittima difesa.
I fatti risalgono alla sera della domenica 6 novembre di otto anni fa. Attorno alle 22.00, una pattuglia della polizia comunale dello Chablais vodese (Comuni di Aigle, Bex e Ollon) era stata chiamata in un edificio a Bex, dove un congolese di 27 anni padre di famiglia, aveva sfondato la porta di un vicino e poi finto di tagliargli la gola con un coltello da pane e infine lasciato l'appartamento senza fare violenza all'uomo.
Sul posto erano giunti cinque agenti di polizia. Avevano cercato di calmare il 27enne, che era alterato (come poi scoperto, sotto influsso di droga). Il congolese aveva però attaccato uno dei poliziotti correndogli dietro con un coltello in mano. Poi si era indirizzato verso il sergente ora assolto dal TF, minacciandolo con il coltello, che aveva una lama di quasi 20 centimetri. Il poliziotto aveva estratto la pistola e sparato tre volte, colpendo la vittima a una coscia e al petto.
I cinque gendarmi erano equipaggiati con giubbotti antiproiettile e guanti anti taglio. Non avevano usato né i loro manganelli né lo spray al pepe. Inoltre, non avevano potuto comunicare tra di loro con la radio poiché era fuori servizio.
Dopo la sparatoria gli agenti avevano chiamato i soccorsi ed effettuato un massaggio cardiaco all'uomo, che però era morto sul posto a causa di una ferita ai polmoni e di un'emorragia interna. L'autopsia ha rivelato la presenza di MDMA (ecstasy) nel sangue della vittima, una droga che può alterare lo stato di coscienza.
La morte del congolese aveva suscitato numerose reazioni. Diverse centinaia di persone avevano manifestato alcuni giorni dopo la sua morta a Losanna per rendere omaggio alla vittima e denunciare una "profilatura razziale" della polizia. Anche la Repubblica democratica del Congo aveva chiesto alle autorità svizzere spiegazioni in merito all'uccisione del giovane.
TF: fu legittima difesa - In una sentenza del 24 febbraio pubblicata oggi, il TF ha respinto il ricorso di parenti della vittima. Essi ritenevano che l'indagine fosse stata mal condotta e che la reazione dell'agente che aveva sparato fosse stata sproporzionata.
Secondo i supremi giudici di Losanna, è legittimo che la giustizia vodese, senza essere stata arbitraria, abbia respinto le varie misure d'istruzione e le perizie supplementari richieste dai ricorrenti. Tali misure non avrebbero permesso di precisare meglio lo svolgimento dei fatti. Non c'è dubbio, come hanno riconosciuto le due prime istanze, che il sergente si trovasse in una situazione di legittima difesa quando ha sparato, aggiunge il TF.
La Corte di diritto penale sottolinea inoltre che l'agente ha gridato "Stop police" (alt polizia) senza che la vittima si fermasse. Ha sparato mentre era oggetto di un attacco illecito e imminente, che minacciava la sua vita o la sua integrità fisica. In queste circostanze, gli spari devono essere considerati come proporzionati.