Il Consiglio federale ha deciso di lanciare una consultazione per introdurre un nuovo strumento in caso di crisi.
BERNA - La Svizzera vuole dotarsi di un nuovo strumento in caso di crisi per le banche di rilevanza sistemica. Il Consiglio federale ha infatti avviato la consultazione sull'introduzione di una garanzia statale della liquidità per questi istituti. Tale meccanismo è già stato usato, ricorrendo al diritto di necessità, per evitare il collasso di Credit Suisse.
Il cosiddetto "public liquidity backstop" (PLB) rientra tra gli strumenti standard adottati a livello internazionale per la gestione delle crisi, indica in una nota odierna il governo. Nel marzo 2022, l'esecutivo aveva già stabilito i parametri di riferimento per introdurre questo sistema anche nella Confederazione. Il caso Credit Suisse ha però accelerato il processo.
Dato che le garanzie statali di liquidità non sono disciplinate in Svizzera a livello normativo, lo scorso marzo il Consiglio federale è intervenuto emanando un'ordinanza, basata sul diritto di necessità, per porre le basi legali per il PLB, così da scongiurare il fallimento di Credit Suisse e permetterne l'acquisizione da parte di UBS.
Il progetto annunciato oggi ha lo scopo di trasporre nel diritto ordinario, mediante modifica della legge sulle banche, il contenuto dell'ordinanza, ossia le disposizioni sul PLB e altre misure adottate a sostegno del matrimonio forzato fra i due leader elvetici del settore. Vista l'urgenza, il periodo per la procedura di consultazione è stato abbreviato e si concluderà già il prossimo 21 giugno.
Il "public liquidity backstop", spiega il governo, entra in gioco quando la liquidità propria di una banca non basta più per soddisfare i suoi obblighi finanziari e, secondariamente, quando le possibilità della banca centrale di prestare aiuti in cambio di sufficienti garanzie sono esaurite. Inoltre, consente all'istituto d'emissione di predisporre ulteriori fondi liquidi garantiti dallo Stato. L'importo viene stabilito nel singolo caso e a seconda delle circostanze.
Il suo utilizzo è previsto per le banche di rilevanza sistemica, categoria della quale, in Svizzera, oltre ai promessi sposi Credit Suisse e UBS, fanno parte pure PostFinance, Raiffeisen e Banca cantonale di Zurigo. Questo perché, ricorda l'esecutivo, una situazione di emergenza o un fallimento di una di esse può comportare notevoli squilibri nel sistema finanziario e gravi danni per l'economia svizzera.
Il Consiglio federale evidenzia infine come, nell'ambito dell'analisi dei fatti per far luce sulle circostanze che hanno portato all'operazione Credit Suisse-UBS, sarà necessaria una rivalutazione complessiva dell'intera regolamentazione "too big to fail" e quindi anche degli strumenti contenuti in questo avamprogetto. I risultati dovranno essere presentati al Parlamento in un prossimo rapporto governativo, nel quadro del quale è previsto l'adempimento di diversi mandati di verifica che le Camere federali hanno assegnato all'esecutivo a seguito degli eventi del mese di marzo.