Gli assegni saranno finanziati in parti uguali da tutti i datori di lavoro e i lavoratori indipendenti
BERNA - In futuro, i Cantoni dovrebbero applicare la perequazione completa degli oneri tra le casse di compensazione per gli assegni familiari. L'idea è fare in modo che tali assegni vengano finanziati in parti uguali da tutti i datori di lavoro e i lavoratori indipendenti.
È quanto prevede una revisione legislativa approvata oggi dal Consiglio nazionale per 161 voti a 34 (UDC e PLR). La destra avrebbe voluto silurare il progetto poiché la materia è di competenza cantonale: al voto, tuttavia, la sua proposta di non entrata nel merito è stata respinta (144 voti a 45). Il dossier ritorna agli Stati per una divergenza che riguarda l'entrata in vigore del nuovo meccanismo (2 o 3 anni dall'entrata in vigore della modifica di legge).
Il progetto, che realizza una mozione - già combattuta invano dal Consiglio federale - adottata dal Parlamento, chiede ai Cantoni di introdurre una perequazione completa degli oneri tra le casse di compensazione per gli assegni familiari. I cantoni interessati sono oltre una decina.
Attualmente gli assegni familiari compensano parzialmente i costi per il mantenimento di uno o più figli. Essi comprendono gli assegni per i figli e quelli di formazione nonché, in alcuni Cantoni, gli assegni di nascita e quelli di adozione. Il loro finanziamento è garantito mediante i contributi versati dai datori di lavoro e dai lavoratori indipendenti alle casse di compensazione per assegni familiari (CAF). Stando al diritto vigente, i Cantoni sono competenti per introdurre una perequazione degli oneri tra le CAF cantonali in questione.
La sinistra e il Centro si sono battuti per la compensazione completa degli oneri, e non solo parziale come chiesto dalla commissione. Il motivo? Le aliquote di contribuzione nei settori a salari bassi, in cui operano molti lavoratori a tempo parziale e talvolta con famiglie numerose, le CAF devono riscuotere contributi più elevati rispetto a quanto avviene in settori con salari alti e dipendenti con pochi figli. Secondo i sostenitori del progetto di legge, una perequazione degli oneri a livello cantonale permetterebbe di compensare queste differenze, integralmente o parzialmente. Si tratta insomma di una maggiore giustizia sociale fra alti e bassi salariati.
Per una parte del PLR e dell'UDC, invece, la materia è di competenza cantonale e non vi è motivo di intervenire, tanto più che i Cantoni non sono rimasti inattivi in materia: ad oggi, undici Cantoni dispongono di un sistema di perequazione degli oneri completo e nove di uno parziale, mentre solo sei non ne hanno alcuno. La destra, come era accaduto già alla Camera dei cantoni, ha poi chiesto che si optasse per la compensazione parziale e non completa qualora il plenum fosse entrato in materia. Ma anche su questo punto PLR e UDC hanno dovuto arrendersi: la proposta da loro sostenuta, in linea con quella della commissione, è stata bocciata - 149 voti a 40 - dalla maggioranza che le ha preferito la versione degli Stati presentata da Benjamin Roduit (Centro/VS).
Circa la posizione del Consiglio federale, in aula il "ministro" della socialità, Alain Berset, ha ammesso di non essere particolarmente entusiasta di un progetto di legge frutto di una mozione che il governo aveva chiesto a suo tempo al Parlamento di bocciare. Tuttavia, ha affermato il consigliere federale socialista, se il plenum entra nel merito, "allora tanto vale fare un buon lavoro ed optare per la compensazione integrale". Un invito che la maggioranza della camera ha preso sul serio.
Sulla base di calcoli governativi, l'attuazione della revisione di legge dovrebbe generare una ridistribuzione supplementare degli oneri tra le casse di compensazione per assegni familiari (CAF) a livello nazionale dell'ordine di circa 108 milioni di franchi all'anno. L'introduzione di una perequazione completa in tutti i Cantoni comporterebbe una ridistribuzione complessiva stimata a 419 milioni all'anno, a fronte di prestazioni versate per un totale di circa 6 miliardi.