Una frase azzardata di Markus Ritter, candidato alla successione di Viola Amherd, solleva un polverone.
BERNA - Dopo tanti tentennamenti, molte rinunce e qualche interessamento, oggi è giunta la prima candidatura ufficiale: il consigliere nazionale sangallese e presidente dell'Unione svizzera dei contadini (USC) Markus Ritter, è ufficialmente in corsa per prendere il posto di Viola Amherd in Consiglio federale.
La candidatura di Ritter evidenzia però il problema della rappresentanza femminile nell’Esecutivo. Se sarà eletto un uomo al posto di Viola Amherd resteranno infatti solo due donne per sette seggi.
Nel suo intervento Ritter ha detto che la questione è importante, ma la situazione attuale è difficile. Le donne sarebbero «interessate ad altri dipartimenti» rispetto al DDPS, ha sostenuto. Per poi spingersi oltre: «Il Dipartimento della Difesa è difficile per loro».
Ed è proprio su quest'ultima frase che è scoppiata la bufera. «Le sue dichiarazioni mi deludono e sono un affronto alla nostra ministra della Difesa Viola Amherd», ha commentato a 20Minuten Christina Bachmann-Roth, presidente delle donne del Centro.
Le candidature valide femminili infatti, secondo Bachmann-Roth, non mancano. «Per esempio, Andrea Gmür-Schönenberger, presidente della Commissione di sicurezza e un'esperta politica in materia di sicurezza. Il DDPS rientra proprio nelle sue competenze».
A inizio gennaio, dopo l’annuncio della decisione di Amherd di fare un passo indietro, le donne del Centro si erano lamentate, attraverso un comunicato, della scarsa attenzione verso le candidate donne.
«Abbiamo potenziali candidate come le consigliere nazionali Marie-France Roth Pasquier o Yvonne Bürgin, così come il talento emergente Karin Stadelmann, che sono ben equipaggiate per una tale carica», sottolineava proprio Bachmann-Roth.
Le donne hanno spesso bisogno di più tempo prima di decidere di candidarsi, ha sottolineato Bachmann-Roth: «Bisogna cercarle più a lungo e superare le barriere mentali interne». Le donne sono anche spesso aperte a modelli di leadership alternativi, come una copresidenza.