Radar e antiradar: un tema molto caldo, di questi tempi.
"L'apparecchio funziona bene. Qualche anno fa ce n'era addirittura uno nascosto in un cassonetto dei rifiuti", ci spiega Alvaro Franchini, responsabile della sezione tecnica polstrada di Camorino.
Gli ultimi radar sono apparecchi estremamente compatti. Si possono mettere dappertutto. Basta avere un involucro e farci un foro grande come un cinque franchi. "In Ticino comunque non li usiamo - ci spiega ancora Alvaro Franchini - già ne abbiamo abbastanza, di lavoro. Di camuffamento non ne facciamo. Abbiamo il radar con il blocco, quello senza il blocco, la civetta o il veicolo di pattuglia. Basta così".
Da noi il lavoro è tanto, i ticinesi sono infatti molto indisciplinati e per beccarli ...non bisogna nemmeno camuffare il radar. La polizia non resta però con le mani in mano ed ultimamente è partita, alla volta della RSI a Besso, una reclamazione ufficiale per le segnalazioni antiradar di Rete 3.
"Questo è un grosso problema - conferma Franchini - perché se segnalano un controllo della velocità è un conto, ma se segnalano il blocco di pattuglia che fa normali controlli di polizia è ben altra cosa. Un qualche giorno nel blocco incappa un delinquente e ci scappa il morto. Mi spiego: un malintenzionato sta viaggiando in autostrada e non può invertire la marcia, ma al contempo viene a sapere dalla radio che c'è un blocco. Che fa? Prepara le armi da fuoco e se lo fermano... ci può scappare il dramma. A questo non ci pensa nessuno. Non ci si rende conto che avvisando - via radio o anche via pager o sms - sui blocchi di polizia ...il 90% delle volte non si segnala il radar, ma una pattuglia ferma per normali controlli".
Oltre a Rete 3, dunque, nel mirino della polizia ci sono quelle ditte che, di queste segnalazioni, ne hanno fatto un business e che, sull'indisciplina degli automobilisti, hanno tratto un guadagno.
RED