Lauree abusive sotto accusa: la saga continua
CHIASSO - Quelle lauree (o presunte tali) mezze svizzere e mezze slovene. È una costante, nel mondo delle para-università ticinesi: istituti non accreditati, che per aggirare l’ostacolo giocano di sponda con l’Est Europa. Vale per l’Issea di Agno, convenzionata con un’università di Portrose (link), ma anche per la Ipus di Chiasso. Entrambe sono accusate dalla Procura di abuso della denominazione universitaria, come anticipato ieri da 20 minuti-Ticinonline (link).
La "sponda" slovena - Come funziona il meccanismo? Diamo un’occhiata al sito web della Ipus. I corsi, si legge, sono «riconosciuti a livello europeo». Eppure l’istituto non è accreditato come università in Ticino. I titoli, però, sono erogati «in convenzione» con un’università privata estera: slovena, anche in questo caso. Gli studenti iscritti a Chiasso vengono registrati in Slovenia, e ottengono così una laurea europea.
"Nessun controllo" - Il tutto «senza che nessuna autorità verifichi la reale consistenza di tali convenzioni, in quanto gli istituti appunto non sono accreditati in Ticino» spiega Sandro Rusconi del Decs: «Non è possibile sapere, dunque, se queste collaborazioni siano reali o no. In alcuni casi il sospetto è che possano essere puramente di facciata».
La studentessa chiede i danni - Dei chiarimenti, ora, potrebbero arrivare dalla Pretura di Mendrisio: qui una studentessa italiana ha inoltrato nei giorni scorsi una richiesta di risarcimento proprio nei confronti della Ipus, accusando l’istituto di «pubblicità ingannevole».
20mila franchi di risarcimento - È il primo caso, un unicum per ora: ma potrebbe creare un precedente. A due anni dal pagamento dell’iscrizione, nel 2013, la ragazza non risulta ancora immatricolata presso l’università slovena. Ora la studentessa si è ritirata, e chiede 20mila franchi all'ex alma mater tra danni e rimborso della retta (8mila franchi circa). Da noi contattata, l’università slovena taglia corto: «Lo status accademico o il riconoscimento dei nostri studenti da parte di istituzioni terze è una questione che non ci riguarda».
"Respingiamo l'accusa" - Quanto all’istituto di Chiasso, la direzione fa sapere di stare «procedendo all’immatricolazione di tutti gli iscritti presso l’università slovena» e che i ritardi sono dovuti «all’iter burocratico oltre al fatto che la convenzione è stata avviata da poco». E la richiesta di risarcimento? «La respingiamo: i nostri avvocati hanno esaminato le carte, la pubblicità ingannevole non sussiste. La studentessa in questione era consapevole delle condizioni». Vedremo come andrà a finire.