Dalla Bavona al Gottardo, dai monti del Gambarogno a Rasa: ecco il Ticino che dichiara guerra alle tecnologie. L’esperto: «Ma la sfida parte dal nostro quotidiano».
CAVERGNO – La valle senza elettricità. Così il sito italiano lifegate.it descrive la Bavona. Nel ristorante sul passo del San Gottardo, invece, computer e smartphone sono appesi al muro come trofei di caccia. Poi c’è Corippo, dipinto di recente dalla BBC, come il regno del Digital Detox. La disintossicazione digitale è uno dei nuovi filoni turistici della Svizzera italiana. «Riceviamo diverse richieste – ammette Elia Frapolli, direttore di Ticino Turismo –. La gente vuole sempre più fermare il tempo. E la nostra regione, storicamente, ha sempre offerto rifugio a chi volesse staccare la spina».
Stress psicologico – Email, social network, conti bancari, televisione, radio, applicazioni ricreative. Tutto sullo Smartphone. Con abbonamenti sempre più illimitati. «Ne può derivare un grande stress psicologico – sostiene Lorenzo Cantoni, specialista in nuove tecnologie –. Il problema è che molte persone non sono ancora in grado di gestire questi supporti. Manca la consapevolezza».
Isolati da tutto – È il 2013 quando il termine Digital Detox entra nell’Oxford Dictionary of English. Termine che alcuni operatori turistici ticinesi hanno assimilato come se fosse un mantra. Ancora Frapolli: «Nel Gambarogno, ad esempio, c’è l’albergo Sass da Grüm, a San Nazzaro-Vairano, non raggiungibile in automobile. Un hotel che punta proprio su aspetti simili. Si potrebbe parlare anche dell’ostello di Rasa, nelle Centovalli. È un filone che tira».
Paradisi selvaggi – Il bisogno di fuggire è sempre più marcato. Su wildvalley.ch si promuove la Valle Onsernone come un’oasi di pace. Note di merito sul web anche per Linescio (Vallemaggia) e, in particolare, per l’ostello Hostelleria a Vejo. Promettono serenità e armonia pure i Monti di Cés, sopra Chironico, così come il Munt La Reita, a Cimalmotto. Incanta sempre Mergoscia. E per chi vuole spingersi oltre, ecco le capanne Cristallina (Cevio) o Cadlimo (Quinto), oppure il centro Pro Natura, sul Lucomagno.
Energia positiva – Ma torniamo alla Valle Bavona. Un esempio lampante di come il limite di “non avere campo” possa trasformarsi in una virtù. «Qui c’è sempre stata un’energia particolare – ammette Rachele Gadea-Martini, coordinatrice della fondazione locale –. Ed è vero che in alcuni punti non prende il telefonino. Ci sono persone che vengono qui per allontanarsi da tutto. Anche solo per una giornata. Perché trovano una magica atmosfera».
Piccoli correttivi – «Staccare la spina una o due settimane all’anno è qualcosa di sano – conclude Cantoni –. La nostra sfida, tuttavia, si gioca nel quotidiano. Il Digital Detox va bene. Ma è nella nostra vita di tutti i giorni che dobbiamo imparare a mantenere noi stessi il controllo sulle tecnologie, evitando che accada il contrario».
Malati di tecnologia
Svizzeri schiavi delle nuove tecnologie. A rischio soprattutto i teenager. Lo indica lo studio James, che nel 2016 ha lanciato l’allarme: in due anni i ragazzi tra i 12 e i 19 anni hanno aumentato del 25% il tempo trascorso in rete. Il 5% dei giovani elvetici presenta i sintomi della dipendenza. WhatsApp, Snapchat e Instagram sul “banco degli accusati”. Anche considerando gli adulti i numeri sono inquietanti: ogni 13 minuti ci arriva un messaggio su WhatsApp, mentre il 70% delle persone prende in mano il proprio cellulare 85 volte al giorno.