La chiusura di Besso è solo l'ultima di una serie. Il piano del Gigante giallo: ridurre a 61 gli uffici postali, ma aumentare a 337 i "punti d'accesso"
LUGANO - «La popolazione deve alzare la voce contro le inammissibili decisioni della Posta». L'ultima levata di scudi giunge dal quartiere luganese di Besso, dove ieri la locale Associazione Besso Pulita ha lanciato una petizione per opporsi alla chiusura dell'ufficio postale. Ma non mancano altri casi recenti, quali le filiali di Castagnola e Vacallo, per citarne alcune.
In tutto il Ticino continua dunque la prevista trasformazione della rete postale, che sta avendo luogo a livello nazionale. Se nel 2017 nel nostro cantone si contavano 110 filiali tradizionali, attualmente sono 97. E nel 2020 saranno 61. Ma si parla, appunto, di trasformazione: perché in questi anni la il servizio postale è entrato all'interno di negozi e bar, dando vita alle cosiddette filiali in partenariato (ora sono 55).
Attualmente, come si evince dai dati della Posta, sul territorio ticinese i punti di accesso sono 311. Nel 2020, quando dovrebbe completarsi la trasformazione, saranno fino a 337. Non si tratterà però soltanto di uffici postali tradizionali: la rete sarà composta da filiali in partenariato e altri punti di servizio tra cui gli sportelli automatici.
Molti cittadini, lo si rilevava anche ieri nell'incontro di Besso Pulita, sono tuttavia preoccupati per la privacy: non tutti se la sentono di fare i pagamenti tra gli avventori di un bar. Per la Posta la privacy è però garantita. «Il personale attivo in queste filiali riceve una formazione specifica ed è soggetto al segreto postale. Viene in seguito accompagnato da nostri collaboratori, che restano comunque sempre in contatto e a disposizione» spiega il portavoce Marco Scossa, sottolineando che in Ticino questa formula esiste ormai da anni in diverse località «e ad oggi non si è registrata alcuna infrazione alla clausola di confidenzialità che i nostri partner sono tenuti a sottoscrivere».