Seyed Ali Hosseini, imam del Cento Imam Ali di Lugano, condanna con la massima fermezza l'attacco terroristico che ieri in Nuova Zelanda ha ucciso 49 persone di fede musulmana
LUGANO - L'attacco terroristico avvenuto ieri a Christchurch, che ha causato la morte di 49 musulmani e ferimento di almeno altre 50 persone, «è un atto inumano e barbaro che noi come famiglia umana, a prescindere dalla religione, dobbiamo condannare». È questo il messaggio che vuole trasmettere Seyed Ali Hosseini, imam del Cento Imam Ali di Lugano, dopo quanto successo ieri in Nuova Zelanda.
Agire adesso e insieme - Un attacco la cui portata «ti lascia senza parole», perché queste «non sono in grado di esprimere l'orrore per il massacro di persone innocenti e pacifiche». Nonostante ciò, l'imam prova comunque a trovarle, le parole. Non tanto per commentare i fatti, quanto per guardare al futuro. Affinché drammi come quello di ieri non capitino più. «Il razzismo o l'antisemitismo, indipendentemente dal suo colore, devono essere combattuti con tutti i mezzi. Dobbiamo agire ora e insieme. Le comunità religiose, di pari passo con la politica e i media, possono combattere questo vero problema sociale».
«Le espressioni spontanee di condoglianza e condanna dei presidenti del Nazionale Marina Carobbio e degli Stati Jean-René Fournier, ma anche del ministro degli Esteri Ignazio Cassis - prosegue Seyed Ali Hosseini - sono, come prime reazioni, importanti segni di simpatia nei confronti delle vittime e dei sopravvissuti di questo attacco». Il suo auspicio è però quello che, oltre alle belle parole, si compiano ulteriori passi concreti per prevenire tali attacchi terroristici in tutto il mondo, «a prescindere da chi li scatena e contro chi sono essere diretti».