Il presidente di Federviti parla di mercato in ripresa, ma qualcuno si è visto rifiutare il ritiro delle uve a settembre
Giuliano Maddalena: «So di cantine che si sono impegnate a ritirare più del minimo di 500 grammi per metro quadrato». Le eccedenze finiranno in distillato disinfettante: «Può essere un peccato. Ma è meglio utilizzare l'uva per altri scopi, che lasciarla sul terreno»
BELLINZONA - «La cantina che da vent’anni acquistava la nostra uva mi ha scaricato giustificandosi con l’emergenza Covid. Mi hanno fatto sapere che non ritireranno nulla, nemmeno la metà del raccolto. Ho saputo che la stessa sorte è toccata ad altri». Dopo aver parlato del sostegno pubblico per il ritiro delle eccedenze sui tralci, raccogliamo oggi lo sfogo di un viticoltore sopracenerino. Un lamento amaro, anzi acido come i grappoli che in questo periodo stanno prendendo colore: «Un angelo salvatore oggi non c’è. Ho chiamato altre cantine, ma la risposta per tutti è stata: già fatichiamo a ritirare l’uva di nostri, non ne prendiamo dei nuovi».
«Bicchiere mezzo pieno» - Un caso isolato e limitato a una sola cantina? Lo abbiamo chiesto a Giuliano Maddalena, presidente di Federviti, la Federazione dei viticoltori della Svizzera italiana: «Ho una percezione diversa della situazione - dice il presidente a Tio/20Minuti -. In generale preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno, perché rispetto alle previsioni di marzo e aprile la situazione ora appare decisamente meno catastrofica. Il mercato sta risalendo e le cantine hanno ripreso fiato».
«C'è chi ritira di più» - Il presidente di Federviti tiene anche a correggere un’informazione che circola, secondo cui le cantine ritirerebbero il 50% del raccolto 2019: «Non è vero - dice Maddalena -. Il quantitativo che le cantine si sono impegnate a ritirare è di 500 grammi al metro quadro». Questo come quota minima, poiché secondo notizie raccolte dalla Federazione «ci sono cantine che hanno già preannunciato che ritireranno un quantitativo maggiore. Che ne ritira 700 grammi, chi l’intero raccolto (il limite fissato è di 800 grammi per metro quadrato, ndr). La situazione non è così catastrofica, anche se spiace che ci siano cantine che hanno abbandonato dei viticoltori. Sono segnali avvertiti già lo scorso anno».
Un distillato d'ottimismo - A dare un forte contributo alla ripresa del mercato, aggiunge Maddalena, è stato l’arrivo di numerosi turisti: «Anche se oggi ci si lamenta perché sarebbero troppi. C’è anche chi ha da ridire perché il buono da consumare al ristorante può essere speso solo a cena. Il lamento è purtroppo una costante». Non si lamenta dunque Maddalena per il fatto che l’eccedenza del raccolto potrebbe finire in distillato disinfettante col sostegno finanziario del Cantone: «Può essere un peccato, ma se le cantine non hanno spazio per ulteriore vino... È meglio utilizzare l’uva per altri scopi, che lasciarla sul terreno».