Uffici vuoti, ristoranti in difficoltà. Bravofly lascia "a casa" quasi tutti i dipendenti
Il sindaco Arrigoni: «Siamo vittime del telelavoro. L'impatto sul commercio è preoccupante»
CHIASSO - Ci stiamo perdendo Chiasso? Corso San Gottardo in orario di punta è l'immagine di una ripartenza che, nell'estremo angolo del Ticino, fatica a ingranare. Le frotte dei pendolari, sparite. I tavoli dei ristoranti semi-vuoti, come le sedi delle grandi aziende.
In ufficio uno su 20 - Una su tutte BravoFly. Il colosso dei voli low-cost, primo contribuente della città, non ha ancora riportato in ufficio i suoi oltre 500 dipendenti, per lo più frontalieri. Solo una ventina, al momento, lavorano in presenza. Altre aziende digitali (come Appway, un centinaio di dipendenti) hanno fatto lo stesso.
«Siamo preoccupati» - Il sindaco Bruno Arrigoni si dice preoccupato. «Chiasso negli ultimi anni ha attirato diverse aziende informatiche e del terziario avanzato, che mantengono il lavoro a distanza più a lungo rispetto ad altri settori». L'impatto sull'indotto «è notevole purtroppo» ammette. «Ristoratori e negozianti durante il giorno hanno ancora metà dei clienti, rispetto a prima della pandemia».
Nessun licenziamento in Ticino - Anche i sindacati sono in allerta. Per ora Bravofly non ha annunciato licenziamenti, rassicurano. Ma il telelavoro ad oltranza «va tenuto d'occhio» avverte Nenad Jovanovic dell'Ocst. Prima del Covid il limite era fissato al 25 per cento del tempo per i frontalieri. «Al momento questo limite è saltato per accordi straordinari con i paesi confinanti. Il lavoro a distanza è un beneficio ma va regolato, considerando l'impatto economico e il rischio di delocalizzazione».
«Buoni risultati» - Le aziende intanto mettono le mani avanti. Da BravoFly assicurano che «la presenza a Chiasso non è messa in discussione». Nonostante il momento difficile per il settore aereo, l'azienda «ha reagito con flessibilità e buoni risultati nei mesi estivi» grazie anche al lavoro ridotto. «Non sono previsti tagli al personale in modo permanente». Buone notizie per il sindaco: ma resta l'incertezza sul futuro. «Fino all'anno scorso ad esempio gli spazi per uffici erano richiestissimi e costosi. Ora si dovranno reinventare» conclude Arrigoni. «Ma è una sfida che non riguarda solo noi».