La presenza di numerose cliniche private in Ticino non c'entra nulla: «È un pregiudizio ideologico», ammonisce l'ACPT.
L'Associazione condivide lo sconcerto degli assicurati per l'ennesimo aumento. Ma rispedisce le critiche al mittente.
SORENGO - L’ennesimo aumento dei premi di cassa malati, che colpisce in maniera particolarmente pesante gli assicurati del Ticino, ha suscitato parecchio disappunto. Fra i vari commenti negativi, c’è anche chi ha attribuito la causa dell’incremento alla presenza nel nostro cantone di numerose cliniche private.
«È un’affermazione che riflette una scarsa conoscenza del problema o la volontà di alimentare un pregiudizio ideologico. I fatti stanno diversamente e parlano chiaro», commenta l'Associazione delle Cliniche Private Ticinesi (ACPT) per bocca del suo presidente Giancarlo Dillena.
Prezzi inferiori agli ospedali pubblici - Innanzitutto perché i prezzi delle prestazioni erogate dalle cliniche private e pagate dall’assicurazione di base (LaMal) sono in realtà significativamente inferiori ai prezzi delle stesse prestazioni erogate dagli ospedali pubblici, spiega l'ACPT.
Non parlate di sussidi - Inoltre i volumi delle prestazioni retribuite al 100% sono limitati secondo il contributo globale (fissati ogni anno per ogni fornitore dal Consiglio di Stato). «Per quanto riguarda il settore acuto - aggiunge Dillena - bisogna poi ricordare che le casse malati coprono il 45% delle prestazioni, essendo il resto (55%) a carico dello Stato (il che vale sia per gli ospedali pubblici che per le cliniche private). Il Cantone paga così prestazioni effettivamente erogate: parlare di "sussidi", come fa qualcuno, è quindi totalmente errato e fuorviante».
Sconcerto condiviso - Precisati questi fatti, l’ACPT condivide lo sconcerto e la preoccupazione degli assicurati, dell’autorità cantonale e di tutte le strutture ospedaliere per questo ulteriore aumento, che viene a gravare pesantemente sugli assicurati ticinesi. In quest’ottica gli istituti privati - assicurano - continueranno i loro sforzi per razionalizzare e contenere i costi, «fermo restando che la priorità fondamentale rimane il costante miglioramento della qualità delle cure e la garanzia della loro accessibilità».