Centri commerciali affollatissimi in tutto il paese, anche in Ticino
Sommaruga (Federcommercio): «Afflusso maggiore del solito, invitiamo alla responsabilità individuale»
LUGANO / LUCERNA - La gente, vista l'imminente chiusura dei negozi, si è recata oggi in massa ai centri commerciali, formando lunghissime code e facendo scorta di qualsivoglia prodotti e articoli.
Una tendenza che si è registrata da nord a sud in tutto il paese, anche in Ticino. Complici alcuni sconti, applicati "in extremis" da diversi negozi, le code si sono allungate all'esterno dei grandi Magazzini, dal centro di Lugano a Grancia. «Un assembramento da paura!», ci segnala un lettore di Tio/20 Minuti, parlando della situazione nel primo pomeriggio alla Manor di Lugano. I presenti hanno raccontato di una lunga fila, con moltissimi che si sono recati a far shopping un'ultima volta prima dell'entrata in vigore delle restrizioni.
«Abbiamo notato un aumento della clientela negli ultimi tre giorni, con un picco nella giornata di oggi» conferma Lorenza Sommaruga, presidente di Federcommercio. «Non un vero e proprio assalto, ma sicuramente un afflusso maggiore del solito».
Code lunghe ma tutto sommato ordinate, che fanno piacere ai commercianti in un momento difficile. «È comprensibile che i consumatori vogliano rifornirsi in vista di una chiusura di sei settimane» continua Sommaruga. «Il nostro invito è a mantenere sempre il senso civico e di responsabilità, anche in queste situazioni, affinché tutti possiamo riguadagnare l'agognata normalità il più presto possibile».
La situazione era simile anche all'Emmen Center, nel Canton Lucerna. Il direttore del centro, Roland Jungo, ha raccontato al portale 20 Minuten che se lo aspettavano: «Sì, un'affluenza più ampia del normale era prevista, e per far fronte al forte numero di clienti abbiamo richiesto l'intervento di più sicurezza rispetto al solito». Quasi la metà dei negozi dell'Emmen Center saranno chiusi da lunedì: «anche se durante il primo lockdown la situazione era ancora più drastica, sarà uno stop difficile per molti», ha concluso Jungo.