L'installazione "Echoes - a voice from uncharted waters" dell'artista Mathias Gmachl è stata presentata questa mattina.
L'opera è giunta in riva a Ceresio dopo essere stata esposta a Vienna. Resterà a Lugano fino al 12 ottobre, per essere poi trasferita a Montréal.
LUGANO - È giunta a Lugano, nella cornice del Parco Ciani, l'installazione artistica "Echoes - a voice from uncharted waters" dell'artista austriaco Mathias Gmachl. Realizzata dal LAC in coproduzione con MuseumsQuartier di Vienna e Quartier des Spectacles di Montréal, l’opera di grandi dimensioni, dall’aspetto di una balena, vuole essere un invito all’ascolto e alla riflessione, mettendoci di fronte all’impatto delle nostre azioni sull'ambiente che ci circonda.
Mathias Gmachl, noto a livello internazionale per la creazione d'installazioni d’arte urbana su scala architettonica, si era aggiudicato il concorso per la realizzazione di un’opera d’arte pubblica indetto congiuntamente nel 2019 dalle tre istituzioni culturali, selezionato in particolare per le tematiche urgenti trattate nel suo lavoro nonché per il forte impatto dell’opera sul pubblico.
Un'istallazione itinerante - "Echoes - a voice from uncharted waters" è un’installazione itinerante tra Austria, Svizzera e Canada: esposta a Vienna nel cortile del MuseumsQuartier fino all’11 giugno, lascerà Lugano il 12 ottobre per essere presentata a Montréal a fine anno. «Sin dall'apertura ospitiamo diverse iniziative nei nostri spazi pubblici, esperienze nuove, anche a carattere ludico e sempre gratuite, allo scopo di avvicinare un vasto pubblico», spiega Michel Gagnon, direttore generale del LAC.
Un anno di lavoro - "Echoes - a voice from uncharted waters" è un'opera sonora, luminosa e interattiva, realizzata in acciaio, dal peso di 5 tonnellate e 17 metri di lunghezza. Per rendere il suo aspetto più verosimile è stata progettata e sviluppata dall’artista insieme ad alcuni biologi marini sull’arco di un anno: le linee si ispirano al ventre striato delle balene, mentre i colori sono stati scelti per rappresentare tutte le creature marine.
Un'opera interattiva - L’opera è dotata di un sensore che delimita un’area entro cui la balena può vivere indisturbata. Interagendo rispettosamente con lo spazio vitale del mammifero marino, il pubblico si immergerà nel paesaggio sonoro di mari e oceani, un universo melodico, grazie alle registrazioni effettuate da esperti del suono con speciali idrofoni. Se si avvicinerà troppo, sarà confrontato con l'inquinamento acustico: l’illuminazione dell’opera si attenuerà e i suoni diverranno sempre più silenziosi fino a scomparire completamente ed essere sostituiti dal rumore dei porti industriali, attirando l'attenzione sulle minacce che incombono sulle specie marine.
Sensibilizzare il pubblico - L’installazione trae spunto dalla famosa campagna di Greenpeace Save the Whales degli anni Settanta e intende sensibilizzare il pubblico sull’inquinamento acustico che altera gli itinerari e gli ambienti delle balene e più in generale sulla situazione in cui versano gli oceani e sul continuo e inarrestabile cambiamento climatico. Con il suo lavoro, Gmachl ci ricorda che dobbiamo agire ora: «È il momento di sensibilizzare la gente e far conoscere i suoni sottomarini. Se come collettività riusciamo a rispettare gli spazi della balena, essa ci ripagherà con suoni misteriosi che giungono dagli abissi. Se non saremo in grado di farlo "annegheremo" nel rumore».