Una 20enne del Locarnese racconta la sua odissea. E punta il dito contro l'ex datore di lavoro. Il Decs: «Vigiliamo»
LOCARNO - Ha lavorato quasi un anno sotto l'occhio vigile del Cantone, senza ricevere un franco. E ha segnalato più volte il problema: l'azienda presso cui svolgeva l'apprendistato non la pagava. Promesse, scuse, rinvii. Alla fine, ha dovuto affidarsi a un avvocato.
Fa riflettere la vicenda di una 20enne locarnese che si è rivolta a tio.ch/20minuti per sensibilizzare l'opinione pubblica, e il suo ex datore di lavoro, sul fatto che - sembra un'ovvietà ma forse non lo è - i dipendenti vanno pagati. «Vorrei fargli arrivare un messaggio. Non sarebbe male se mi desse finalmente quello che mi spetta».
Il tirocinio si è concluso a giugno scorso: a tredici mesi di distanza la 20enne non ha «ancora visto un soldo» per il quarto anno di apprendistato svolto presso uno studio di architettura di Locarno. Le richieste dell'avvocato per recuperare il dovuto (circa 11mila franchi) si sono scontrate con una serie di attestati di carenza beni e pignoramenti.
«In precedenza c'erano stati problemi di ritardi nei pagamenti, ma mai avrei immaginato una cosa simile. Improvvisamente ha smesso di pagarmi del tutto» racconta la giovane. A ottobre 2019 l'ultimo salario. La giovane avvisa il Decs, che assicura di essere intervenuto «puntualmente e immediatamente» presso il datore di lavoro. «In queste circostanze contattiamo l'azienda e sollecitiamo il pagamento» spiega la direzione della Divisione formazione professionale. E se la situazione non si risolve, come in questo caso? «L'apprendista viene informato sui passi da intraprendere e sostenuto nel ricollocamento presso una nuova azienda formatrice».
Con l'arrivo della pandemia, però, le cose si complicano. La 20enne tiene duro per disperazione, sperando in un problema temporaneo. Ma il seguito prova il contrario. Come anche gli attestati di carenza beni a carico dell'architetto, che vanno addietro fino al 2017: ciò nonostante, lo studio di architettura ha continuato a ricevere apprendisti dal Cantone.
Il professionista raggiunto al telefono incolpa per i «ritardi» il Covid. «Mi sono trovato in una situazione difficile, tutti i cantieri su cui ero attivo sono saltati» spiega. La apprendista però ha continuato a lavorare, senza interruzioni. «È vero. E verrà pagata non appena avrò liquidità. Comunque - precisa - ha ricevuto un'ottima formazione». Nel frattempo il "professionista" ha chiuso lo studio e ne ha riaperto un altro sempre nel Locarnese. Non esclude di assumere altri apprendisti in futuro. Cantone permettendo.