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CANTONE«Sono sconcertato, era meglio un mini lockdown»

17.12.21 - 20:15
Franco Denti, presidente dell'Ordine dei medici, commenta le decisioni di Berna: «Affronto al personale sanitario».
Ti-Press
«Sono sconcertato, era meglio un mini lockdown»
Franco Denti, presidente dell'Ordine dei medici, commenta le decisioni di Berna: «Affronto al personale sanitario».
«Noto un sacco d'incongruenze. Sono state create zone grigie dannose. I posti letto? Puoi aumentarli all'infinito, ma se non c'è più gente che ti cura non serve a nulla».

LUGANO - Una valanga di nuove regole e sotto regole. La prima sensazione di fronte alle nuove direttive anti Covid diramate dal Consiglio federale è di disorientamento. Ed è una sensazione condivisa anche da Franco Denti, presidente dell'Ordine dei medici ticinesi. «Sono sconcertato – sostiene –. Come medico e come cittadino». 

Partiamo dal booster, la terza dose della vaccinazione. Prima la si doveva fare dopo 12 mesi, poi dopo 6. Ora la si può fare dopo 4 mesi. Come si fa a essere credibili così?
«La scelta dei 12 mesi è stata politica. Il settore medico sapeva che l'effetto del vaccino durava attorno ai 4-6 mesi. L'invito a fare la dose di richiamo dopo 4 mesi è forse l'unica notizia positiva della giornata». 

E allora cosa le dà fastidio?
«Tutte le incongruenze che trapelano. Non si capisce più niente. Si cerca di accontentare tutti e si decide poco. Creando zone grigie dannose». 

Parliamo del 2G Plus al chiuso. Se pensiamo a chi si trova a dovere gestire una palestra, viene il mal di mare...
«Esatto. Chi si farà il tampone per andare in palestra? Si può immaginare che qualcuno farà sforzo fisico con gli attrezzi indossando la mascherina? È tutto caotico e poco chiaro. Anche il settore degli eventi è penalizzato da queste novità. Sarebbe stato meglio un mini lockdown. Un po' come aveva fatto l'Austria un mese fa».

Quella austriaca fu una decisione molto impopolare però.
«Hanno chiuso per tre settimane e poi hanno mantenuto la promessa di riaprire, con i contagi tornati sotto il limite di guardia. Noi avremmo potuto approfittare di uno stop sotto le feste per ripartire più sereni». 
 
Siamo bombardati da notizie contrastanti. Anche su Omicron. Cosa deve pensare un cittadino?
«A proteggersi. E a proteggere il prossimo. Sta mancando un po' di solidarietà al momento. C'è chi ritiene di avere un buon sistema immunitario e quindi non si vaccina. Non rendendosi conto che può comunque contagiare gli altri». 

Secondo alcune teorie Omicron, molto contagiosa ma apparentemente meno grave, potrebbe rappresentare il colpo di coda della pandemia. C'è da crederci?
«È la speranza di tutti. Lo sapremo solo verso marzo però. Il presente ci dice che andavano introdotte delle misure ferree. E quelle annunciate oggi secondo me sono insufficienti. Il rischio che a gennaio si arrivi a ulteriori inasprimenti è alto». 

Il personale sanitario intanto continua a lanciare segnali di sfinimento...
«Questo è l'aspetto più grave. Possiamo potenziare i posti letto all'infinito, ma se non c'è nessuno in grado di curarti non serve a niente. Le persone al fronte sono le stesse da due anni, alcune hanno mollato, altre vogliono farlo appena sarà possibile. Abbiamo a che fare con una categoria stanca, frustrata, che non si sente capita. Il personale sanitario ha l'acqua alla gola e anche stavolta non è stato ascoltato. È un affronto». 

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