Calciatori e allenatori, ma anche dirigenti e sostenitori, prendono sempre più di mira i fischietti del calcio regionale.
La classe arbitrale si fa di conseguenza sempre più esigua ed è costretta agli straordinari: «Tre anni fa gli arbitri erano 210, oggi solo 170», ammonisce Silvio Papa della FTC. Invertire la rotta è complicato e un aumento dei "rimborsi spesa" non è la soluzione.
GIUBIASCO - I rapporti non particolarmente idilliaci fra i vari attori che ruotano attorno al mondo del calcio regionale sono sempre esistiti, ma da qualche tempo sembrano essersi ulteriormente e pesantemente incrinati. Sono sempre più frequenti, infatti, i casi di arbitri aggrediti verbalmente, da giocatori e allenatori, ma anche da dirigenti e persone vicine ai club.
Dieci arbitri in meno ogni stagione - Insulti che talvolta sono sufficienti per spingere i fischietti a gettare la spugna. «Di questo passo non avremo più arbitri», ha più volte ammonito la Federazione Ticinese di Calcio (FTC). Che su nostra richiesta fornisce qualche numero: «Ogni stagione dobbiamo calcolare una decina di arbitri in meno. In Ticino erano circa 210 tre stagioni fa, oggi sono 170», illustra il responsabile Silvio Papa. Le entrate non sopperiscono le uscite, quindi. Senza considerare il fatto che «lasciano arbitri rodati e vengono sostituiti da candidati da formare. E per questo ci vuole tempo», sottolinea il dirigente della FTC, che proprio in questi giorni ha lanciato una campagna di reclutamento.
Il gatto che si morde la coda - Con questi numeri, anche la qualità della classe arbitrale evidentemente ne risente. «Difficilmente si può fare una selezione», ammette Papa. E i conflitti fra arbitri e club non fanno che aggravarsi. L'effettivo disponibile per ogni turno di campionato - tolti gli arbitri in congedo, quelli malati, ecc - è di circa 120 persone. A fronte di un fabbisogno medio di 150 fischietti. Di conseguenza, molti arbitri sono chiamati a dirigere due partite nel giro di poche ore.
Una maglietta per sensibilizzare - Il poco fair play a cui si assiste sui campi è una delle principali cause della disaffezione verso un ruolo che, val la pena ricordare, è indispensabile per lo svolgimento delle partite. Per provare a sensibilizzare maggiormente allenatori, giocatori, dirigenti e tifosi, dalla prossima stagione verranno introdotte delle magliette che ogni arbitro sarà tenuto a indossare nel corso del riscaldamento pre-gara. Ma per invertire la rotta, evidentemente, è necessario intervenire in modo più incisivo.
Con i soldi non si compra la qualità - Nemmeno i "rimborsi spesa" che percepiscono gli arbitri (mediamente 100 franchi a gara, viaggio compreso) possono tuttavia giocare un ruolo nell'incentivare le giovani leve, secondo Papa: «Non è con i soldi che risolviamo il problema. È vero che un aumento delle indennità renderebbe l'attività più attrattiva, ma non vorrei trovarmi di fronte a persone che di calcio non ne hanno mai masticato, ma che si iscrivono solo spinte dai soldi. Di questi esempi ne abbiamo già ora e sono difficili da gestire». Insomma, più soldi significherebbe forse più quantità. Ma non qualità.