Durante l'assemblea tenutasi ieri è stato affrontato il tema delle accuse di molestie contro un ex alto responsabile.
Il presidente Mario Vicari: «Anche l'agire del comitato passato e presente è oggetto dell'inchiesta amministrativa in corso».
LUGANO - Le accuse di molestie contro un ex alto responsabile di Unitas sono state oggetto di un'ampia discussione avvenuta ieri nel corso dall'assemblea dei soci. La prima dopo la pandemia, ma anche dopo il polverone sollevatosi attorno ai vertici dell'Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana.
Diverse voci critiche si sono infatti levate da parte dell'assemblea. Voci che hanno rimproverato il comitato «per aver agito troppo tardi» e «con una politica d'informazione non sufficientemente chiara», come si legge su un comunicato diramato oggi alle redazioni. Il presidente di Unitas Mario Vicari ha dal canto suo ribadito la posizione del comitato e ricostruito la vicenda. «C'è innanzitutto vicinanza alle vittime e la volontà di collaborare pienamente con l'inchiesta amministrativa in corso, che è stata lanciata dal nostro comitato e recentemente presa in mano dal DSS», ha premesso. Chi ha subito torti o molestie, ha ricordato il presidente, può rivolgersi all'istanza esterna che sta conducendo l'inchiesta.
Per quanto riguarda la tempistica dell'azione del comitato, Vicari ha ricordato le azioni intraprese al momento dell'emergere del caso, che sono sfociate nell'apertura dell'inchiesta e nell'introduzione del regolamento interno su mobbing e molestie. «L'inchiesta deve fare il suo corso e riguarda anche l'agire del comitato presente e passato. Quando avremo conoscenza dei risultati, li analizzeremo e prenderemo le misure necessarie, oltre a convocare un'assemblea per informare socie e soci», ha assicurato Vicari.
In ogni - ha concluso il presidente di Unitas - «mai la qualità delle prestazioni a favore degli utenti è stata intaccata, come ha d'altra parte riconosciuto esplicitamente il Consiglio di Stato nel rispondere a un'interpellanza parlamentare».