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«La vaccinazione è utile, ma non si farà più a gara per farla»

CANTONE«La vaccinazione è utile, ma non si farà più a gara per farla»

06.07.22 - 15:47
Mattia Lepori, vice capo dell'area medica dell'EOC, fa il punto sulla situazione del Covid. Guarda il video.
Fonte foto: EOC
«La vaccinazione è utile, ma non si farà più a gara per farla»
Mattia Lepori, vice capo dell'area medica dell'EOC, fa il punto sulla situazione del Covid. Guarda il video.
«Le nuovi varianti sono più contagiose – spiega su Piazza Ticino –. Ma meno mortali. La stagionalità? È saltata. Dobbiamo restare umili, adattarci ed evitare il panico».

BELLINZONA - «Preoccuparsi è legittimo. Ma ci sono elementi confortanti. La mortalità legata ai ricoveri oggi non ha niente di paragonabile a quella del recente passato. Così come sono più rari i casi di grave polmonite indotta dal Coronavirus». Così Mattia Lepori, vice capo dell'area medica dell'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), commenta la recente impennata di nuovi casi da Covid. Su Piazza Ticino, Lepori affronta il tema con grande umanità. «Bisogna restare umili. Questa è un'evoluzione dei contagi che nessuno avrebbe voluto. Ma non è il caso di andare in panico». 

Si pensava che in estate il Covid se ne stesse tranquillo. Ma non si parlava di virus stagionale?
«Il virus ci ha abituati alle sorprese. Questa è l'ennesima. Ancora una volta le previsioni degli esperti sono state smentite. E la convivenza col Covid diventa sempre più un adattamento al comportamento del virus. Non ci sono regole reciproche purtroppo». 

Le recenti comunicazioni da parte delle autorità sanitarie federali hanno spiazzato molti. 
«Hanno lasciato perplesso anche me. Da una parte ci aspettavamo la necessità di dovere fare un richiamo vaccinale in autunno, ma colpisce questa raccomandazione di vaccinare da subito gli ultraottantenni. Ciò richiede una certa organizzazione, anche per i Cantoni. C'è disorientamento». 

Confusione anche per le categorie di persone più giovani. 
«In autunno, per chi desidera proteggersi dalle complicazioni gravi, sarà necessario sottoporsi a un richiamo. Quello che ha un po' minato la credibilità del vaccino è il fatto che ci si possa infettare comunque. Sono abbastanza convinto che la raccomandazione sarà forte per le categorie a rischio. Per tutti gli altri la raccomandazione potrebbe essere blanda. Non mi aspetto un'adesione alla vaccinazione dell'80% della popolazione come avvenuto l'inverno scorso». 

Secondo lei la popolazione non ci crede più?
«Il fatto di avere comunque constatato che ci si contagia lo stesso, farà sì che chi si sente forte e al sicuro tenderà a non farsi vaccinare. Che questo sia giusto o sbagliato spetterà al singolo valutarlo. Non dimentichiamoci però che nella prima e nella seconda ondata abbiamo avuto tanti decessi di persone sotto i 65 anni che erano in perfetta salute».

Lei ha espresso più volte scetticismo sulla scarsa copertura temporale del vaccino. 
«La vaccinazione è comunque stata utile. Lo constato personalmente. Come tutti mi aspettavo una copertura di almeno un anno, invece è inferiore. L'industria farmaceutica sta comunque cercando di adattare il vaccino ai nuovi ceppi».

Niente più Covid Pass?
«Non penso. In Svizzera poi è stato applicato in un modo che non serviva a niente. Veniva rilasciato a persone che ad esempio avevano un tasso di anticorpi non protettivo e con una validità di soli tre mesi. Poi a un certo punto si continuava a mantenere la validità del Covid Pass a 12 mesi quando si sapeva che dopo 6 mesi le persone vaccinate non erano più coperte. Non credo che il Covid Pass abbia avuto un peso nell'evoluzione di quanto è accaduto lo scorso inverno».  

Sulle nuove sotto varianti non si capisce più nulla...
«Anche io ho perso il conto. Qui però si tratta di capire quando appaiono mutazioni del virus che ne fanno cambiare il comportamento. Il potenziale di contagiosità delle nuove varianti è enorme rispetto alle varianti precedenti. Questo non significa però parlare di mortalità».

Il Covid continua a mutare.
«Probabilmente il fatto che parte di noi ha raggiunto una certa immunità giustifica le mutazioni del virus. È presto per dirlo. Ci sono anche studi che indicano come sia piuttosto nocivo per l'organismo continuare a reinfettarsi ogni due o tre mesi con varianti nuove. Ogni notizia però va presa con le pinze. E non va trasformata in un titolo a caratteri cubitali».

Alcune misure come l'uso della mascherina sui mezzi pubblici andavano mantenute?
«Io l'ho sempre sostenuto. Ma non ho la controprova che se le avessimo tenute sarebbe cambiato qualcosa. La difficoltà ora sta nel tornare indietro. La misura era stata abbandonata. Reintrodurla diventa difficoltoso».

Cosa ci aspetta?
«Non voglio fare previsioni. L'errore di comunicazione fatto dalle autorità in aprile forse è stato quello di fare credere che questa storia fosse finita. Resta il fatto che in questo momento il Covid non è più quello di due anni fa. È una realtà che è arrivata e che resterà tra noi. La si può vivere con più serenità però».

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