Il viaggio di una coppia ticinese e del figlio: «Colonnine per il rifornimento? Le abbiamo trovate dappertutto».
Sfatati i timori di molti "elettroscettici" ancora restii a passare alle auto full-battery
LUGANO - Se il problema è quello di restare a "secco" di batteria e non trovare le famose colonnine-traliccio per il pieno di energia, il viaggio di una famiglia luganese ai confini del profondo nord è la testimonianza del contrario: nei 1361 chilometri che separano Lugano da Copenaghen ricaricare il sistema di alimentazione dell'auto elettrica non ha mai rappresentato un problema.
«Sfatiamo questa falsa convinzione secondo cui risulterebbe complicato fare un viaggio simile per l'assenza di punti ricarica: le abbiamo trovate dappertutto. Forse le uniche zone dove le stazioni di servizio ne sono sguarnite sono quelle dell'Europa dell'est, ma nel resto d'Europa ormai fanno parte della quotidianità» - dice S.G. che con la moglie e il figlio Michele ha attraversato silenziosamente un bel po' di Europa a bordo di una Volkswagen ID3.
Lugano, Füssen, Würzburg, Lubecca, traghetto per la Danimarca e arrivo a Copenaghen. Poi spostamento a Helsingor (Castello di Kronborg), trasferta nello Jutland - la penisola danese - per poi proseguire verso Billund, Aarhus, Aalborg, Skagen e sostare ad Amburgo, vedere Brema e fare l'ultima tappa a Ribeauvillé, in Alsazia. Un giretto niente male, che viene però da lontano.
«Il viaggio in Danimarca mi frulla in testa da quando ero bambino - racconta - i miei zii lo avevano fatto in camper e mi avevano parlato di Legoland. Ha cominciato a concretizzarsi nel 2019 quando i Pearl Jam hanno comunicato le date del Tour europeo. All’epoca pensavo di andarci in aereo, poi è stato posticipato per la pandemia e quindi anche il viaggio in Danimarca. Nei due anni che sono trascorsi - ci dice - siamo passati all’auto elettrica, e quindi il programma è cambiato diventando un viaggio in famiglia con molte più tappe».
La scelta dell'elettrico nasce soprattutto «dalla volontà di incidere meno sull’ambiente quando mi sposto - spiega - concetto che ho esteso a tutta la famiglia. Abbiamo deciso infatti di ridurre drasticamente gli spostamenti in aereo e oltre alla macchina elettrica siamo tornati a usare anche il treno per le nostre vacanze quando la situazione lo permette».
Sulla Lugano-Copenaghen in auto full-battery e sui costi in generale delle ricariche fornisce qualche utile dettaglio: «per il rifornimento sono munito di diverse tessere di ricarica che mi permettono di accedere alle colonnine di più fornitori. Per il viaggio a Copenaghen ho usato un abbonamento annuale della Volkswagen. I prezzi? Variano, però per farti un esempio questo abbonamento mi costa 15 franchi al mese e mi consente di avere poi delle riduzioni sui costi di ricarica nelle colonnine, che in autostrada si aggirano sui 35 centesimi al chilowatt. Ho calcolato comunque che per fare 4500 chilometri ho speso meno di 300 franchi di ricarica, quindi l'elettrico direi che conviene».
A Copenaghen ricorda che «le auto elettriche possono posteggiare in strada gratuitamente e gli stessi danesi a volte non lo sanno. Io l'ho scoperto cercando informazioni sul sito on-line della città».
Un ultimo aneddoto? «I ritrovi degli automobilisti attorno alle colonnine di ricarica: mia moglie dice che sta nascendo una nuova comunità che nelle aree di sosta socializza e si confronta su questo tipo di mobilità».