«Il prezzo degli errori altrui non deve essere pagato da chi ha già subito un taglio», così l'assemblea del sindacato OCST-docenti.
BELLINZONA - Il taglio alle pensioni dei dipendenti statali? «Inaccettabile». È quanto è stato ribadito ieri durante l'assemblea del sindacato OCST-docenti, che ha approvato una risoluzione in questo senso.
La riduzione delle pensioni del 20% decisa dal Consiglio di amministrazione dell'Istituto di previdenza del Cantone Ticino (IPCT) seguirebbe infatti quella già subita nel 2013, sempre del 20%, e continua a creare preoccupazioni e malumori.
Intanto, specifica l'OCST, «stanno finalmente iniziando le discussioni tra i sindacati e la delegazione del Governo per definire una proposta consolidata da parte del datore di lavoro (Canton Ticino ed altri enti affiliati all’IPCT) che impedisca una riduzione del 20% del valore delle pensioni».
«Non ci si nasconda dietro ad un dito», si legge nella risoluzione, «la responsabilità degli attuali problemi finanziari della cassa non può essere attribuita unicamente all’allungamento della speranza di vita o all’imprevedibilità del mercato azionario o obbligazionario: il prezzo degli errori altrui non deve essere sopportato da chi ha già pagato subendo il passaggio da un sistema all’altro».
Nella risoluzione viene infine sottolineato come i docenti non meritino di essere trattati come lavoratori di serie B: «Non ci reputiamo migliori di altri lavoratori, ma neanche peggiori! Non chiediamo privilegi, ma non vogliamo neppure essere discriminati in quanto affiliati all’IPCT o dipendenti pubblici».
L’assemblea OCST-Docenti:
1. chiede ai rappresentanti sindacali impegnati nella discussione con la delegazione del Governo di definire al più presto una proposta consolidata da parte del datore di lavoro (Canton Ticino ed altri enti affiliati all’IPCT) che impedisca una perdita del 20% del valore delle pensioni;
2. sostiene la mobilitazione di piazza del 14 dicembre degli assicurati IPCT organizzata dalla Rete delle Pensioni (RdP) contro il prospettato taglio del 20% delle rendite pensionistiche;
3. invita i 5 rappresentanti del datore di lavoro nell’IPCT, di cui 4 sono stati nominati dai 4 partiti di Governo, ad intervenire presso i gruppi parlamentari che li hanno eletti, per convincerli ad accettare un piano di compensazione da parte del Governo e soprattutto da parte del Parlamento. Il Parlamento sia all’altezza della situazione, non si nasconda e sia cosciente di dover essere con il Consiglio di Stato un datore di lavoro corretto e leale, a cui guarda tutto il Cantone, e non un’arena in cui ottenere voti facili con argomenti demagogici contro i suoi stessi dipendenti;
4. è favorevole ad un eventuale lancio congiunto deciso dai sindacati OCST, VPOD e SIT di un’iniziativa popolare per finanziare un piano di compensazione in grado di annullare la diminuzione del 20% del tasso di conversione per il calcolo delle rendite e per contrastare il ventilato lancio di un referendum contro le misure di compensazione;
5. chiede che il Preventivo 2024 elaborato dal Consiglio di Stato e ratificato dal Gran Consiglio riconosca pienamente il caro vita negli stipendi dei dipendenti.