Cristina Zanini Barzaghi ricorda l'abbattimento («È stato un trauma»), e sul futuro: «Con alcune realtà delle intese si sono già trovate»
LUGANO - Si torna a parlare dell'ex Macello di Lugano a poco meno di due anni dalla tanto discussa demolizione dello stabile. Lo fa, nel corso di un'intervista di ampio respiro su laRegione, la municipale socialista luganese Cristina Zanini Barzaghi.
L'idea potrebbe segnare una svolta nei rapporti tra le realtà autogestite e le istituzioni: una nuova modalità di dialogo finalizzata a una convenzione e alla riapertura della struttura. «Quel periodo è stato burrascoso e tutt’oggi è un argomento ostico in Municipio» ricorda di quanto accaduto nel maggio 2021. E aggiunge: «Durante la mia prima legislatura ho voluto attivare un dialogo, sono stata a un’assemblea del Molino e ho potuto visitare tutti gli spazi occupati. Occorreva procedere per gradi per arrivare a ridefinire la convenzione. Poi in Municipio nel corso degli anni le posizioni si sono irrigidite sempre di più».
Si è quindi arrivati allo sgombero, poi alla demolizione. «È stata un trauma. Non sono stata interpellata e neanche i servizi del Dicastero immobili responsabile del dossier. Ora dovremo presto o tardi rimuovere le macerie, compreso l’amianto presente in minime quantità». Quanto è successo poteva essere evitato? «Mi rammarico tanto di non essere riuscita a convincere il Municipio ad agire diversamente: eppure ho riferito più volte sulle esperienze che ho raccolto ad esempio a Zurigo, su come veniva gestito il centro occupato del Koch Areal e su come la polizia cittadina affronta gli squatter negli edifici privati. Su questo non ho trovato ascolto».
Guardando al presente e al futuro, ovvero a una soluzione per gli autogestiti che deve essere ancora trovata, Zanini Barzaghi puntualizza: «L’autogestione è una galassia con diverse sfumature. Con alcune realtà delle intese si sono già trovate. Una parte dell’ex Macello si potrebbe già ora riaprire. Si può provare a riaprire un dialogo con una nuova modalità e concedere per qualche anno questi spazi per offrire qualcosa d'interessante che resta nel tempo». Un primo passo, secondo la municipale socialista, «che aiuterebbe poi a realizzare il progetto più ampio di riqualifica di tutto il sedime. Di questo ne parleremo presto ancora». Sarà solo il tempo a dirci cosa accadrà, ma «io resto fiduciosa che si riesca a trovare una soluzione con una nuova convenzione».