Lo indica la Corte di appello e revisione penale. Non è stato possibile accertare che i fatti abbiano creato problemi agli allievi.
MONTAGNOLA - Una vicenda durata diversi anni. E terminata con un'assoluzione. La questione del maestro di Montagnola (Collina d'Oro) che usava maniere brusche in aula si è chiusa con questa decisione da parte della Corte di appello e revisione penale composta dai giudici Angelo Olgiati, Ilario Bernasconi e Chiarella Rei-Ferrari. I fatti sotto accusa si erano verificati in una classe di terza elementare tra settembre e ottobre del 2014.
Il docente non aveva accettato la multa – Bambine "infiocchettate", un bimbo fatto cadere dalla sedia e altri episodi poco chiari. La polemica era scoppiata in seguito alla segnalazione di alcuni genitori, stufi dei modi "all'antica" dell'insegnante, che è stato a lungo anche sindaco di Montagnola. Il 66enne, difeso dagli avvocati Luisa Polli e Yasar Ravi, non aveva accettato la pena inflittagli nell’autunno 2019 dalla Pretura penale di Bellinzona e che ammontava a 60 aliquote da 190 franchi (sospese) e a una multa di 2’000 franchi. Si era dunque presentato a Locarno, lo scorso 10 novembre, per contestare questa decisione.
Come si è arrivati all'assoluzione? – Secondo la Corte di appello e di revisione penale non è stato possibile accertare che vi sia stato un concreto pericolo per lo sviluppo psichico degli allievi coinvolti. Il docente doveva rispondere del reato di violazione del dovere di assistenza o di educazione. La perizia agli atti ha tenuto conto di avvenimenti risalenti ad altri periodi e di fatti a quanto pare non dimostrabili. Non sarebbero risultati gli estremi per ammettere il compimento del reato citato in precedenza.