Processo d'appello al maestro di Montagnola. L'avvocato delle famiglie: «Quando non sa cosa dire, parla di giochi...»
LOCARNO - «C'è una banalizzazione dei modi usati. C'è il rifiuto di assumersi ogni responsabilità. La colpa è data agli allievi o alle circostanze». Parole di Isabel Schweri, legale delle famiglie toccate dai metodi dell'ex docente di Montagnola accusato nell'autunno del 2014 di maniere brusche coi suoi allievi. A Locarno prosegue il processo di appello nei confronti del 66enne che rifiuta la pena pecuniaria ricevuta in primo grado. «L'imputato – sostiene Schweri in un'arringa lapidaria e sintetica – basa tutta la sua difesa sulle intenzioni e sul gioco. Quando non può negare i fatti, allora parla di situazione ludica».
«Credibilità pari a zero» – Nel 2019 il 66enne è stato condannato a una multa di 2'000 franchi. E a 60 aliquote da 190 franchi sospese. Ora impugna questa decisione. L'imputato sostiene di non avere i soldi per pagare la multa. Schweri smentisce e prosegue: «La credibilità dell'imputato è pari a zero. È recidivo. E solo per una questione di prescrizione oggi non è accusato di altre cose simili a quelle discusse. I bambini in quei due mesi del 2014 hanno vissuto delle situazioni che chiaramente non andavano a riportare a casa. Chiedo la conferma della condanna. Le famiglie non hanno mai avuto un atteggiamento di ritorsione nei confronti del maestro. Volevano semplicemente giustizia».