Il problema dei carnevali: spese più alte, meno sponsor e mancanza di volontari. Il video di Piazza Ticino con tre presidenti.
ROVEREDO/ CUGNASCO-GERRA/ TESSERETE - «È da 18 anni che sono presidente. E finora non avevamo mai ritoccato i prezzi d'entrata al carnevale. Stavolta siamo stati costretti a rialzarli di circa il 20-25%». Simone Giudicetti, presidente della Lingera di Roveredo si sfoga su Piazza Ticino. Chi organizza carnevali è alle prese con un'impennata enorme delle spese. Sandro Vosti, presidente del Sciavatt & Gatt di Cugnasco-Gerra sospira. «Già solo il nostro capannone è costato il 30% in più rispetto al passato. Considerando la forma grezza: 18'000 franchi al posto di 12'000».
Un buco da 100'000 franchi – Elettricità, bevande, cibo. Tutto costa di più. E chi lavora dietro le quinte passa notti insonni pur di fare quadrare i conti. Livio Mazzucchelli, presidente di Or Penagin a Tesserete, fa un passo indietro nel tempo. «Noi siamo ambrosiani. A causa della pandemia è dal 2019 che non facciamo un vero carnevale. Abbiamo perso oltre 100'000 franchi. Spiace non avere ricevuto sostegni dalle autorità per compensare lo stop Covid. In più per via delle questioni internazionali adesso siamo confrontati con una crescita dei prezzi».
Su i prezzi di bevande e cibo – Il carnevale di Cugnasco-Gerra, pur durando sette giorni, è relativamente piccolo. «Non abbiamo scopo di lucro – dice Vosti –, cerchiamo di non andare in perdita. Negli ultimi anni abbiamo organizzato qualche evento estivo per tirare un po' di soldi in cassa. Da noi l'entrata al capannone è gratuita, ma è chiaro che abbiamo dovuto alzare i prezzi delle bevande e del cibo. Speriamo che la gente capisca».
Meno sponsor – «La Lingera – riprende Giudicetti – ha un capannone principale e diverse tendine. Il problema è che non abbiamo solo a che fare col costo dei capannoni. È aumentato tutto. E col Covid gli sponsor sono diminuiti. Quando creiamo utili sosteniamo le società del paese. Il problema è che dobbiamo comunque creare una riserva, per far fronte a inconvenienti come il buco creato da un eventuale carnevale con maltempo. In questi anni purtroppo la riserva l'abbiamo consumata».
Scarseggiano i volontari – Mazzucchelli fa notare un aspetto altrettanto importante. «Dopo lo stop Covid c'è anche una grande carenza di volontari. Purtroppo è un problema che riguarda tanti settori». Giudicetti ammette: «La gente è stressata dalle sempre più difficili condizioni sul posto di lavoro e quindi non vuole mettersi a fare anche volontariato. Prima avevano 160 collaboratori. Ora ne abbiamo 120. E non ci bastano. Per questo motivo alcune mansioni abbiamo dovuto appaltarle alle ditte. E questo ha un costo».
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